Morti a Genova, chi era lui: "La musica, il lavoro". Il racconto dei colleghi

Il ragazzo lavorava agli "Ostinati", un ristorante del centro. Il padre era andato a lavorare anche nelle ore sucessive al crollo del ponte

Stella Boccia

Stella Boccia

Arezzo, 17 agosto 2018 - «E’ assurdo morire in questo modo, così giovani». E’ incredulo il datore di lavoro di Carlos, il titolare del ristornate “Gli Ostinati”, in pieno centro ad Arezzo. «Non conoscevo solo lui, ma conosco molto bene anche la famiglia. La madre aveva lavorato per noi alcuni anni fa. Il padre lavora in una pasticceria nei pressi di Capolona, la madre invece in un albergo di Subbiano – racconta – una famiglia umile e allo tempo stesso molto unita».

Questo il ritratto che emerge dell’ambiente in cui è cresciuto Carlos. Niente fronzoli per la testa, ma un grande lavoratore con la passione per la musica. Carlos era arrivato ad Arezzo insieme ai genitori di origine peruviana. Qui era cresciuto e si era integrato, così come tutti i suoi familiari. Ad arrivare per primo a Capolona era stato il padre e poi con il passare del tempo tutta la famiglia.

La moglie, e poi Mary e Diego, rispettivamente la sorella e il fratello di Carlos. «Gente onesta, umile e soprattutto dedita al lavoro» è il ricordo di chi conosce bene il 27enne e i suoi genitori. Carlos aveva preso ad esempio i genitori così come racconta il datore di lavoro del 27enne.

«Era un ragazzo su cui potevamo sempre fare affidamento. Nel 2012 poco più che maggiorenne ha iniziato a lavorare con noi a Valenzano. Nell’ottobre del 2016, quando abbiamo aperto il ristorante ad Arezzo, ci ha seguito. In un certo senso possiamo dire di averlo visto crescere perchè la madre lavorava con noi e lo abbiamo conosciuto che era un bambino».

Il lavoro, la famiglia e poi le passioni che hanno più o meno tutti i ragazzi di quella età. «Il calcio non era tra i suoi principali interessi anche se simpatizzava per il Milan. Gli piaceva la musica, soprattutto quella latinoamericana. Forse era un po’ riservato rispetto ai suoi coetanei. Con questo non dico che non si confidasse, diciamo semmai che era introverso».

La notizia della scomparsa del giovane è stata un duro colpo per Capolona e tutti coloro che conoscevano Carlos. Il padre, una persona molto stimata, seppur provato nelle ore immediatamente successive al crollo del ponte si è recato al lavoro, ma qui il suo datore lo ha invitato a tornare a casa per stare accanto alla famiglia che ha ricevuto l’abbraccio della comunità appena appresa la notizia della scomparsa del giovane. Un intero paese che piange un ragazzo d’oro come lo ricordano in molti.