Morte sulla 71: auto nella corsia opposta per evitare le code, moglie e marito travolti

Lei 66 anni, medico in pensione, lui 70: non hanno avuto scampo. Nello schianto cinque feriti, due portati a Siena con il Pegaso

Incidente sulla "71"

Incidente sulla "71"

Arezzo, 25 novembre 2019 - Correva l’altra auto ignara e quasi senza fretta. Già, non lo immaginavano di certo Paolo Fatucchi e Claudia Babbini, marito e moglie (lei medico in pensione, prima al distretto e poi per medicina legale al San Donato) che la loro vita stava per finire sul rettilineo di Ceciliano della vecchia, famigerata e assassina regionale 71, che una Ford Focus piena di ragazzi dominicani stava per piombare sulla loro piccola Mitsubishi, l’utilitaria a bordo della quale stavano rientrando dal Casentino.

Che, insomma, in pochi, tragici attimi si sarebbero ritrovati protagonisti, anzi vittime, di un’altra apocalisse, esattamente a cinquanta metri dall’ultima scena di guerra dell’ex statale che uccide, appena giovedì scorso, quando un camion prese fuoco scatenando il caos. Come ieri pomeriggio, quando è andata persino peggio. Pochi attimi per morire, forse senza neppure rendersene conto, perchè vedersi piombare addosso l’altra auto, come un siluro impazzito e ritrovarsi morti tra le lamiere della loro vettura, devastata dallo scontro deve essere stata una sequenza che non ti dà neppure il tempo di capire.

E’ successo a metà pomeriggio, intorno alle 16,30, proprio a fianco del distributore della Esso, fra Ceciliano e Ponte alla Chiassa, in quella località Piscinale che è ormai tristemente famosa per i sacrifici umani che richiede. Ufficialmente, la dinamica è ancora da ricostruire, sulla base dei rilievi condotti dalla Polstrada. Ma in realtà lo scenario di quanto è accaduto pare già abbastanza chiaro.

La Ford Focus dei ragazzi dominicani veniva da Arezzo e in un tratto di strada che è sempre intasato, specie la domenica col traffico delle famiglie che si spostano da e per il Casentino, si è trovata d’improvviso di fronte a un rallentamento. Una coda, un tamponamento possibile, per evitare il quale il guidatore si è buttato in piena velocità sulla corsia opposta, quella sulla quale stava arrivando l’utilitaria Mitsubishi dei due coniugi, 70 anni lui, 66 lei.

L’impatto è stato terribile, come dicono le leggi della fisica: in uno scontro frontale le velocità dei veicoli coinvolti si sommano. Del resto, basta dare un’occhiata alla foto che ritraggono quello che resta della vetturetta, praticamente niente se non un ammasso di ferraglia. Paolo e Claudia sono morti sul colpo, feriti gravemente invece i cinque ragazzi dominicani che correvano fin troppo allegramente (ma si sa come sono spesso i giovani al volante) sulla Focus.

Per i due che parevano messi peggio i soccorritori del 118 hanno chiesto l’intervento del Pegaso, l’elicottero sanitario regionale, che è atterrato in zona, levandosi poi in volo verso il policlinico delle Scotte di Siena. Pare comunque che nessuno sia in pericolo di vita. Gli altri tre sono stati trasportati all’ospedale San Donato.

Se la sono cavata con qualche graffio e qualche contusione i conducenti delle altre due auto che sono rimaste coinvolte nello scontro, una Lancia Y e una Skoda che viaggiavano dietro la Ford e che non hanno fatto in tempo a frenare. In pochi minuti il tratto di strada si è riempito di poliziotti, della stradale e della municipale, di operatori del 118 con le loro tute, di curiosi.

La 71 è stata isolata, col traffico deviato sulle strade secondarie dal lato del Casentino e all’interno del distributore, utilizzato come un bypass per quanto venivano da Arezzo. Un’intera serata all’insegna dell’emergenza, finchè i cadaveri non sono stati rimossi e non sono stati completati i rilievi. Secondo alcune indiscrezioni, pare che i coniugi viaggiassero senza cinture, ma è un particolare ancora da confermare.

Da oggi si ricomincia, con la consapevolezza che sulla strada di Ceciliano il rischio è il mestiere di chi guida. Un tratto di 71 che non consente distrazioni, che non perdona errori, che non ammette colpi di testa, come arrivare troppo veloci a un rallentamento. Un’imprudenza grave, specie quando il prezzo lo pagano gli altri, marito e moglie che andavano tranquilli per la loro strada.