Morta un anno fa nel crollo di Genova, il fratello: "Stella, il suo sorriso, la sua fine"

"Cos'era successo l'ho scoperto dai tg, poi la telefonata della famiglia di Carlos". "Rabbia, dolore, incredulità: solo la fede ci ha salvato" racconta il pastore evangelico

Stella Boccia e Carlos Jesus

Stella Boccia e Carlos Jesus

Arezzo, 13 agosto 2019 - «C’è un senso di incredulità, di rabbia e di dolore che non possono attenuarsi con il passare del tempo». Francesco Boccia ha ancora davanti agli occhi tutti i momenti di quella giornata, di quel 14 agosto in cui arrivò la notizia che non voleva ricevere: Stella e Carlos sono tra le vittime del crollo di Genova. «Cosa era accaduto al Ponte Morandi l’ho saputo grazie ai telegiornali – ricorda Francesco – nel pomeriggio arrivò la telefonata dei familiari di Carlos. L’auto su cui viaggiavano era tra quelle sotto le macerie. Subito dopo partimmo per Genova, per effettuare il riconoscimento».

Francesco è un pastore evangelico e proprio la sua fede, e quella della sua famiglia in Dio, lo ha aiutato in questo anno. «Se non avessi il conforto e la consolazione di Dio non sarei arrivato ad oggi. E’ un pensiero che ho scritto anche nel libro che uscirà a breve e che contiene i racconti, le riflessioni di tutti i familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Ho parlato di cosa ho vissuto quella notte, ma soprattutto della fede, della speranza che potrò rivedere Stella nell’eternità».

La tragedia e il dolore di quel 14 agosto, prosegue Francesco, ha unito le famiglie delle 43 vittime, tra cui quella di Stella e Carlos. «Siamo in contatto con i genitori e la sorella di Carlos – racconta Francesco – soprattutto mia madre. La scomparsa di Stella è stata un duro colpo, sembra quasi averla privata dell’entusiasmo della vita. Grazie a Dio abbiamo la fortuna di essere una famiglia numerosa e soprattutto unita anche davanti alle difficoltà».

Domattina Francesco, la mamma e i cari di Stella saranno a Genova. A un anno esatto vedranno quello che resta di quel viadotto e prenderanno parte alle commemorazioni, fermandosi nei pressi della sponda del Polcevera. «Cosa provo oggi? Per lo più dolore e rabbia – risponde Francesco – perchè questa tragedia poteva essere evitata. Ci sono delle indagini in corso e aspettiamo ovviamente il corso che farà la giustizia. Noi pensiamo solo a restare uniti come famiglia, consapevoli della solidarietà che abbiamo ricevuto per la perdita della nostra Stella».

E proprio della sorella, Francesco, conserva un ricordo particolare. «Mi porto dietro la sua bontà e il suo sorriso, la sua gioia di vivere – confessa – purtroppo nell’ultimo periodo, a causa della distanza, ho potuto vivere poco questo suo animo. Però quel sorriso è ciò che porterò sempre con me, altrimenti avrei davanti agli occhi solo quella notte, il riconoscimento. L’immagine di mia sorella sorridente è l’ultimo ricordo che voglio di lei».