Morsa 40 gradi: è allarme anziani Tanti al pronto soccorso per il caldo

Circa 180 accessi al giorno, sulle medie estive del 2021: uno su quattro per patologie legate alla canicola. Il reparto tiene, il giorno più critico è il lunedì. A Chiani e ad Agazzi il picco dell’afa, oggi nuova impennata

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di Alberto Pierini

AREZZO

La morsa del caldo. Una canicola che ti sveglia la mattina, ti accompagna al lavoro, ti segue tutto il giorno e per buona parte della notte. Una cappa che avvolge tutta Italia ma che anche qui sta toccando punte record: e che oggi dovrebbe raggiungere il picco, uno dei tanti che scandisce la nostra estate.

E l’allarme riguarda soprattutto gli anziani. Invitati a non uscire nelle ore peggiori e a limitare al massimo gli spostamenti. Ma a volte anche in attesa al Pronto Soccorso. Il reparto, diciamolo subito, sta reggendo. Anche al di là di ogni previsione, incrociandosi in questa fase l’aumento dei contagi Covid, che di sicuro non risparmia i reparti ospedalieri, e le ferie del personale, quanto mai meritate.

"Ce la stiamo facendo" risponde con la solita franchezza il responsabile dell’emergenza Massimo Mandò ai margini di una conferenza stampa. I numeri? Sono circa 180 al giorno gli accessi al pronto soccorso. Un numero alto, specie pensando che in questo periodo una bella fetta della città è altrove, spiagge o montagne che siano. Il dato è quasi perfettamente in equilibrio con quelli del luglio 2021, un anno fa. Anche allora ci si muoveva tra i 180 e i 190 casi al giorno. E anche allora si registrava il picco (eccone un altro...) al lunedì, lo stesso che ci confermano dal pronto soccorso.

In genere collegato ai due giorni festivi e semi-festivi che precedono l’inizio della settimana, come se i problemi della domenica una parte dell’utenza li facesse scivolare automaticamente al lunedì.

Chi si presenta? Circa 40 delle presenze giornaliere, dato naturalmente di massima e che a volte può essere anche superiore, comprende gli anziani o comunque quanti abbiano disturbi o patologie in qualche modo collegate al caldo.

Non fermiamoci ai colpi di sole, che sono il fenomeno più drastico e forse per questo anche più raro. Invece le forme più diffuse sono quelle della classica disidratazione: in queste ore bere diventa un antidoto decisivo, chi non lo fa è a rischio di svenimenti o di malori che finiscono per incrociarsi con i corridoi del pronto soccorso. Tra l’altro anche i classici sintomi Covid, uniti alle temperature torride, possono essere una concausa della disidratazione.

Per ora però non siamo tornati ai numeri estivi del pronto soccorso prima della pandemia: nel 2019 si toccavano ogni giorno punte sopra quota 200, anche lì con lunedì da record. Un clima che, forse anche per gli anni del virus, per ora non si è riformato.

Di sicuro siamo di fronte ai giorni più difficili. La misurazione delle temperature estere tocca livelli vertiginosi. In base alle rilevazioni di Arezzo Meteo è perfino possibile delineare una mappa del caldo in città e in provincia. Quasi dappertutto i livelli più alti si registrano tra le 14 e le 16. E quasi ovunque la temperatura reale è ampiamente superata da quella percepita: ad esempio ad Agazzi, uno dei punti più caldi del comune, i 37 gradi reali superano i 40 nella percezione generale.

Il dato più alto di ieri, almeno nella misurazione delle centraline, è stato raggiunto a Chiani, con un picco a 38.8, e vi potete immaginare cosa sia in termini percepiti. Uno di quelli più bassi in via Fiorentina (34.8). In provincia il record del fresco (si fa per dire...) premia Ponte a Poppi, con 33.1: è chiaro che il quadro cambia con le centraline in quota, qualche grado l’altezza te lo risparmia.

Ma oggi moltiplichiamo le cautele. Si parla di un aumento delle temperature di circa un grado rispetto a ieri. Stiamo danzando da giorni intorno ai 40: che sia arrivato il momento di superarli?