Moretti, aperto il terzo fascicolo: al centro una cena elettorale pagata a Padoan

A tavola a Foiano, nel collegio dell'ex ministro: ma il Pm non ipotizza alcun illecito. Dioni ha chiesto la conferma del sequestro, gli avvocati la revoca. Scelta dei giudici entro venerdì

Antonio Moretti arriva in tribunale

Antonio Moretti arriva in tribunale

Arezzo, 12 dicembre 2018 - Galeotta fu la cena e chi la offrì. Perchè quel banchetto, pagato (4 mila euro, pare) dai Moretti al termine di un’iniziativa elettorale del ministro Pier Carlo Padoan a Foiano, segna l’apertura del terzo fascicolo di procura nell’inchiesta sui re del vino e dell’abbigliamento ai domiciliari o interdetti dal 23 novembre.

Per ora si tratta di quello che in gergo giudiziario si chiama modello 45, ovvero atti relativi a notizie non costituenti reato, non si ipotizza insomma nessun illecito nè a carico di chi si mise le mani in tasca per la cena nè nei confronti di chi ne usufruì, ovvero il ministro candidato (e poi eletto) al senato nel collegio di Siena di cui anche Foiano fa parte. Ora gli scenari che il Pm Marco Dioni, titolare di questo filone d’indagine come degli altri, l’associazione a delinquere finalizzata all’autoriciclaggio e il fascicolo relativo ai tentativi di inquinamento delle prove, sono due: mandare tutto in archivio oppure (ma è più improbabile) ipotizzare un caso di finanziamento illecito ai partiti.

Perchè la legge Piccoli del 1974 punisce le società che offrono contributi alla politica senza deliberazioni degli organi sociali o senza iscriverle a bilancio ed è appunto quanto si sta verificando in questi giorni. Per la cronaca, Padoan arrivò a Foiano nel pieno della campagna elettorale per le politiche del 4 marzo, partecipò a una manifestazione organizzata dal Pd, il suo partito, e poi al banchetto di fine serata, pagato proprio, a quanto risulta fino ad adesso dalle indagini della Guardia di Finanza, dai Moretti per tramite di una delle tante società che alla famiglia facevano capo, molte delle quali coinvolte nell’inchiesta in cui sono già stati posti sotto sequestro beni per 25 milioni.

Patrimonio per il quale, sia detto per inciso, ieri si è svolta l’udienza in cui è stato discusso il ricorso presentato dalla difesa. Il Pm Dioni ha chiesto la conferma della misura, gli avvocati ovviamente il dissequestro. Il collegio di giudici, presieduto da Angela Avila, si è riservato di decidere entro venerdì, ultimo giorno utile, stessa data in cui a Firenze si esaminerà anche l’altro ricorso, quello in cui i Moretti ai domiciliari chiedono di tornare liberi.

Per tornare ai rapporti fra la famiglia e l’ex ministro dell’economia, tutto passa dalla compagna del capostipite Antonio, Paola Santarelli, figura importante del jet set romano nonchè vicina di casa, in un complesso immobiliare sulla via Cassia, dei Padoan. Stretto in particolare il legame fra Santarelli e la moglie del politico ed economista. E’ in questo ambito, come ricostruisce il tenente colonello Peppino Abruzzese, capo del nucleo di polizia tributaria della Finanza, nella sua annotazione di servizio del 14 agosto, che Antonio Moretti sostiene, «anche tramite i vertici di Mps, la campagna elettorale di Padoan nelle politiche del 4 marzo».

Ed è sempre nell’ambito di tali contatti che Paola Santarelli organizza una cena il 24 marzo cui partecipano i coniugi Padoan e altri big della capitale. Antonio, anzi, chiede alla compagna di invitare anche il premier Paolo Gentiloni: «Ora (dopo le elezioni del 4 marzo Ndr) sarà più libero». Non risulta perà che il ministro sia mai intervenuto a favore dei Moretti nell’inchiesta aretina, tanto che Dioni è orientato ad archiviare. Più complesso il caso del banchetto elettorale. Lì può finire nel niente come no.