ALBERTO PIERINI
Cronaca

Patria e inno, contestato Montanari. Lui: "Lezione a scuola, è solo storia"

Dopo la sua conferenza volantino all’Itis degli studenti di destra del Blocco Studentesco contro il rettore "Tutto vicino alla giornata delle foibe". "No, io non ne ho parlato". Preside in campo per difendere l’ospite

Tomaso Montanari

Arezzo, 12 febbraio 2023 – Il volantino lo hanno trovato arrotolato alla porta d’ingresso dell’Itis. La firma è quella del blocco studentesco, gruppo di studenti di estrema destra nell’area di Casa Pound. Il bersaglio è Tomaso Montanari, critico d’arte e rettore dell’università degli stranieri di Siena. "La scuola dovrebbe educare all’amore per l’Italia, è andata in scena una squallida propaganda contro di essa del revisionista e giustificazionista Tommaso Montanari". E giù critiche, aggettivi pesanti. Il critico, che in realtà si chiama Tomaso e non Tommaso e già qui si parte male, è attaccato per una conferenza tenuta davanti a quattro classi martedì. Una conferenza sull’articolo 9 della Costituzione, organizzata da un professore di diritto, Stefano Mendicino. "Ha infamato vergognosamente l’Inno e la Patria" dice la nota arrotolata all’ingresso. Con il preside Luca Decembri pronto a difendere l’ospite.

“Partendo dal presupposto sbagliato che la lezione fosse di storia dell’arte, quando l’argomento era la Costituzione, gli autori lanciano accuse di "revisionismo", "becero rocambolesco sproloquio disfattista" fino a "squallida propaganda". Intanto il preside conferma che i manifesti sono stati rimossi e il materiale consegnato alla polizia: dovrebbe occuparsene la Digos. Poi contrattacca. "I manifesti riportano una visione distorta e non veritiera sia della lezione di Montanari che del lavoro svolto dal nostro istituto e se ne condannano i toni e i modi. Come Itis ribadiamo l’importanza dei valori della Costituzione e promuoviamo il dialogo democratico e il confronto come strumento di formazione degli studenti"

Nel cui mirino , almeno nel caso del "Blocco", sono finiti soprattutto i passaggi dell’intervento legati all’inno nazionale. Oltre i tempi: "Era tutto tre giorni prima della giornata delle Foibe".

Da Siena Montanari non si tira indietro a rispondere. Subito dopo un tweet lanciato alla scoperta dell’attacco. "Succede ad Arezzo: bel clima, eh? La lezione era sull’articolo 9 della Costituzione: che, no, ai fascisti non piace" scrive fatalmente in poche battute.

«Di foibe – riparte al telefono – non ho minimamente parlato, neanche una parola" dice per sgomberare il campo intanto da un primo equivoco.

"La conferenza è in streaming, era una lezione sull’articolo 9 della Costituzione. Ed era alla stregua di una lezione a scuola, credo che ancora esista una libertà di insegnamento".

Poi entra su una delle questioni, quella dell’inno nazionale. "Intanto non credo di ricevere critiche da ordinari di storia. L’inno come tutto il resto va contestualizzato ed è questo che ho detto. E’ figlio di un’epoca che agganciava il prestigio di una Nazione all’esercito e alla guerra, elementi che il fascismo ha enfatizzato, oggi ognuno ha il diritto di dire che dovrebbe essere meglio collegabile alla cultura e alla scuola. Un diritto di critica che è stato tradotto in libri, come "Sublime madre nostra" di Alberto Maria Banti.

E che ha portato perfino alla richiesta di cambiare l’I nno, ad esempio con il coro del Va’ pensiero. Per non dire del passaggio dell’offerta delle chiome. E’ solo storia e libertà critica a confronto con la Costituzione. Intimidazioni ridicole". Intimidazioni che gli studenti del Blocco negano: anzi chiamano Montanari ad un confronto, stavolta con un comunicato stampa spedito via mail invece che con un volantino arrotolato alla porta.