Mercatino da pazzi: assalto al centro, 150mila presenze. Vola la città di Natale / FOTO

Code da record dappertutto, mai una giornata così in città. Affari d'oro per bar, ristoranti, locali. Negozi già aperti a oltranza. Grandi numeri anche al Prato. Muro di folla nel Corso

L'assalto al centro

L'assalto al centro

Arezzo, 19 novembre 2018 - «Voglio svegliarmi e scoprire che tutto questo è vero»: un anonimo verga sul muro dietro piazza Grande la frase che per un giorno scorre sulle labbra di tutti. Lui di sicuro parlava di amore, gli altri no, solo affari: perché la città di Natale fa Bingo, centra una domenica da delirio e diventa una calamita che dà la scossa al centro Italia più del terremoto romagnolo le cui onde si sono appena sentite fin qui. Il bilancio finale è da brividi: 150 mila presenze in centro, roba da far impallidire il mercato internazionale e da far sparire negli specchietti la Fiera.

Il cocktail tra il mercatino inventato dall’Ascom e le attrazioni realizzate dal Comune al Prato diventano una «moltiplica» che per una giornata trasforma la città., Il segnale lo cogli fin dalla mattina: sono le 10 quando il Corso sembra non la solita strada addormentata nello shopping ma una via Condotti all’ora di punta. Un fiume che risale il centro e si abbatte soprattutto nella città alta, oltre il famoso muro del Canto de’ Bacci.

I commercianti colgono per una volta la palla al balzo: non tanto di mattina, quando una parte delle vetrine è spenta, quanto di pomeriggio. Tutti aperti, tutti intorno alla grande occasione, tutti disposti a rinunciare a ogni diffidenza pur di partecipare al successo. Che è travolgente. All’ora di pranzo piazza Grande è un muro e davanti ad ogni banco ci sono almeno tre file di persone.

Alla gastronomia non si passa, le attese variano intorno ai 30 minuti. I posti sulla terrazza della baita (quelli dentro spariscono subito) sono finiti e la gente mangia sulle scale di Fraternita, sulle sedute di fortuna del Garden, perfino sulla pedana dalla quale si accede agli altri banchi. Intanto si affolla anche il Prato. I due punti caldi diventano di qua la casa di Babbo Natale, che ad un certo punto viene chiusa per «eccesso di rialzo», e su il padiglione della Lego: altre due invenzioni Ascom che fanno il botto, le code si aggiungono alle code. Ma il resto non è da meno.

Per salire sulla ruota panoramica ci vogliono circa 40 minuti: una voce dal microfono indica chi deve scendere e chi deve salire, la gente non molla e aspetta. E lavorano pancia in terra le casine del Prato: quelle che l’assessore Comanducci aveva faticato ad assegnare, perché le richieste erano solo su piazza Grande. Da brutti anatroccoli diventano cigni: chi ha le composizioni floreali le finisce fino all’ultimo ramo, chi ha la porchetta mostra malinconico il palo, chi ha le olive ascolane promette da giovedì di tornare con un Tir pieno per non finire tutto troppo presto.

Il Prato è stavolta un completamento degno del mercato tirolese: e ti chiedi cosa sarebbe successo se non ci fosse stato, il rischio serio di mandare in panne piazza Grande. Ma a lavorare, come succede a Bolzano o Brunico, sono i bar, i locali, i negozi. E non solo sulla dritta del Corso ma anche oltre. Da San Francesco ci ci segnalano una giornata d’oro, da Guido Monaco (alla periferia del regno) pure. Chi sale in pullman a caccia del Natale per un giorno bada meno alle spese. E forse sogna solo di svegliarsi per scoprire che tutto questo è vero.