Meno casi, trema una Rsa Nei mesi dell’epidemia la mortalità è salita del 9%

Novembre quello più critico, con un balzo di quasi il 40%. Subito dopo aprile. Ieri un’altra vittima: ma siamo tra le province meno "falcidiate" in Toscana

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di Alberto Pierini

EZZO

I contagiati dell’ultima ora. E’ la beffa che il destino ha riservato agli ospiti della Rsa di Sansepolcro, la "San Lorenzo". Erano stati tutti vaccinati in quanto l’istituto non aveva registrato fino a quel momento neanche un positivo. Ma il virus era annidato in alcuni dei più anziani: da pochi giorni, sufficienti a non poterli coprire con la fialetta della speranza. E purtroppo la ferita è ancora aperta. Ieri altri undici positivi.

Frutto dei tamponi effettuati su tutti gli operatori, compresi quelli del diurno. Contagiati stavolta 7 ospiti e 4 dipendenti, non tutti residenti a Sansepolcro. E così il totale schizza a 26. Ma resta concentrato al secondo piano della struttura. Tutti gli anziani trasferiti nella Rsa Covid di Pescaiola e nel centro di cure intermedie di Agazzi. Tre sono ricoverati al San Donato, uno dei quali già trasferito all’ospedale di Sansepolcro. Una ferita aperta, insieme a quella di Serravalle a Bibbiena, nei giorni in cui la vaccinazione sta completando il giro delle Rsa. Ieri alla Casa Pia, oggi ad esempio a Gargonza. Mentre il contagio frena rispetto a ieri: 43 casi, 19 nel capoluogo. E la solita altalena dell’ospedale.

Terapia intensiva scende a 17 ricoveri, la "bolla" Covid sale a 67. Mentre l’attenzione è al massimo intorno a geriatria, l’ultimo focolaio. 12 pazienti e 3 operatori positivi, 4 ora in malattie infettive e 8 in cure intermedie. Mentre gli altri 18, contatti stretti, sono stati portati al quinto settore del San Donato. Il loro isolamento durerà 10 giorni. Per ora il fronte dei positivi non si è allargato.Intanto emergono i primi dati sulla mortalità del 2020, sulla quale il Covid purtroppo ha messo la firma.

Arezzo è una delle province meno colpite della Toscana. Perfino con le vittime lievitate negli ultimi due mesi, fino all’attuale dato, almeno ufficiale, di 229. L’ultima ieri, un vecchio signore di 90 anni, l’ennesimo nonno perso nella pandemia. Ma con tutto anche la nostra provincia registra un aumento nei mesi Covid dell’8,8%. Un dato che va da marzo a novembre, coperto nei dati da una stima. Una stima pesante. Proprio il mese clou della seconda ondata ha visto un’impennata di vittime del 39,9%, passando dalle 324 della media storica a 453. Il mese più nero: e quando ci saranno anche i dati di dicembre il bilancio è destinato ad appesantirsi. Di certo non solo il Covid pesa su questa bilancia, che come dicevamo misura il dato medio di mortalità degli ultimi dieci anni e quello del 2020.Ma la sua firma è evidente.

Non tanto nel capoluogo: l’unico dato disponibile è sui mesi gennaio-ottobre e in questa fascia l’aumento non arriva all’1%. Ma d’altra parte la città era stata solo sfiorata dalla prima ondata, ritrovandosi invece nella bufera in autunno: ma anche in questo caso il mese più critico è stato novembre e non certo ottobre. Negli altri il dato più alto di mortalità, 380 in provincia, si è registrato ad aprile, con un aumento rispetto alla media dell’11,9%. In controtendenza maggio. che ha visto un calo del 14,2%.

Una bilancia nella quale non abbiamo inserito gennaio e febbraio: il dato annuale grazie ai primi due è decisamente più "leggero", l’aumento è del 3,9 rispetto alla media storica. La conferma che nelle 3167 vittime da marzo a novembre c’è l’impronta del virus. Oltre che la traccia del dolore profondo di tante famiglie, che va ben al di là dei numeri,