Mazzeschi: "Rapina da incubo, siamo indifesi"

L’orafo bloccato in casa con la famiglia venerdì sera: "I banditi avevano il passamontagna, ho avuto paura per la mia nipote piccola"

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di Federico D’Ascoli

"Se vado a Lourdes può darsi che trovi chiuso...". Renato Mazzeschi non perde la voglia di scherzare nonostante la serata da incubo vissuta venerdì sera insieme alla moglie e alla figlia nella sua villa sulla collina di Santa Maria delle Grazie.

Cinque banditi dell’Est Europa con il passamontagna si sono fatti aprire la cassaforte e hanno portato via gioielli e orologi per un valore che sfiora i 200 mila euro. È l’ennesimo colpo contro un grande imprenditore orafo delle ultime settimane. Non solo: nella primavera di tre anni fa Mazzeschi aveva anche scoperto uno storico dipendente che gli aveva rubato ingenti quantitativi di metallo prezioso grazie a un’intercapedine segreta nell’azienda di catename che si trova nella zona di via Calamandrei.

Mazzeschi, com’è stato trovarsi di fronte ai banditi?

"Una sensazione bruttissima perché dà la misura dell’insicurezza che viviamo da tempo: ormai i ladri hanno cambiato strategia, non più furti notturni con il rischio che scatti l’allarme ma direttamente con le persone in casa per andare a colpo sicuro. Dovremo aspettarci di vederli arrivare in pieno giorno: non so come possiamo proteggerci da una situazione del genere".

Una vicenda simile a quella dei titolari della "Diamond Import" poco più di un mese fa. Come è andata?

"Eravamo da poco tornati dalla montagna, mia figlia vive vicino a noi e ci siamo ritrovati un attimo in giardino a parlare: saranno state le 18.30. Dal nulla sono sbucate cinque persone vestite di scuro e con il passamontagna calato. All’inizio ho pensato a uno scherzo, ma non era così. Probabilmente aspettavano da qualche tempo che rientrassimo dalla vacanza per colpire".

Come si sono presentati?

"Ci hanno detto con accento straniero: “Fermi tutti, state calmi e non vi succederà niente. Apriteci la cassaforte“. Ci hanno sequestrato i cellulari, noi non potevamo fare altro che assecondarli. Sono andati subito a disattivare il sistema di videosorveglianza e hanno distrutto le registrazioni. Pensi che nella villa vicina dove sta mia figlia c’era la mia nipote piccola da sola, avevo molta paura per lei: per fortuna non si è accorta di nulla".

Quanto è durata la rapina?

"Poco più di mezz’ora ma volendo avrebbero potuto andarsene molto prima. Ci hanno preso gli orologi che avevamo al polso, un po’ di contanti, hanno svuotato la cassaforte e rovistato nelle stanze mentre uno di loro ci controllava a vista intimandoci di continuo di non muoverci. Mi sono chiesto perché sono rimasti così tanto: probabilmente erano convinti che ci fosse una seconda cassaforte quando hanno capito che la ricerca era inutile se ne sono andati, facendoci ritrovare i nostri cellulari sotto un divano".