«Massacrato perché parlavo con una ragazza»

Picchiato in centro ad Anghiari, il racconto di Ivan Giovagnini

ISTRUTTORE Giovagnini è un istruttore di nuoto molto consciuto

ISTRUTTORE Giovagnini è un istruttore di nuoto molto consciuto

di CLAUDIO ROSELLI

«PRESO A CALCI quando ero già a terra svenuto». Ivan Giovagnini, 49enne istruttore di nuoto residente ad Anghiari – dove è una persona molto conosciuta e il 29 giugno di ogni anno fa parte della squadra di podisti del paese che partecipa al Palio della Vittoria – racconta il brutto quarto d’ora vissuto nella notte fra il 18 e il 19 luglio scorsi, quando all’una si trovava fuori dal bar di via Mazzini (al momento della chiusura). Ivan si è imbattuto nelle due persone, da lui denunciate, che lo hanno aggredito e spedito al pronto soccorso dell’ospedale di Sansepolcro. Quella sera poco prima dell’aggressione stava dialogando con una ragazza, che era in compagnia dei due.

«SI TRATTA di una giovane di origine polacca sulla trentina, che vive però da molto tempo a Città di Castello – precisa Giovagnini – e che incontro spesso quando vado in piscina, ma con la quale non avevo avuto modo finora di intrattenermi. L’avevo rivista quella sera ad Anghiari e ci siamo salutati. Mi ero fermato un attimo con lei e, nel sentirla parlare, avevo notato la sua inflessione dialettale tifernate, tanto che mi è venuto spontaneo dirle che non sembrava polacca ma proprio tifernate. Non l’avessi mai detto! Da dietro, uno dei due ragazzi mi ha apostrofato senza mezzi termini. Che c..., vuoi da quelli di Castello? Mi sono alzato dalla sedia e girato, gli ho detto chi fosse e lui, senza pensarci due volte, mi ha preso per la maglia e dato una spinta. Purtroppo ho messo il piede sul cordolo del marciapiede e questo mi ha fatto perdere l’equilibrio fino al punto di cadere, battere la nuca e perdere i sensi. Non contento – così hanno riferito coloro che si sono imbattuti nella scena - uno dei due ragazzi mi ha rifilato un calcio sulla testa e a quel punto il suo amico è andato a dargli una mano».

IVAN a terra viene raggiunto da altri colpi come lui stesso racconta. «Mi sono preso altri calci a costole e testa, fino a quando le persone presenti sono intervenute per fermarli e qualcuno per un attimo ha pensato che fossi addirittura morto. Quando mi sono ripreso, i due erano già fuggiti. Lascio a voi ogni commento in proposito. Mi risulta che la fidanzata del primo aggressore lo abbia rimproverato energicamente. Anche la ragazza con la quale stavo parlando mi ha chiesto scusa, ma non aveva nulla di cui scusarsi. Il resto di quella notte l’ho trascorso al pronto soccorso di Sansepolcro, dove sono stato trattenuto in osservazione. Mi hanno sottoposto a tac e radiografie e poi, siccome continuavo ad avvertire giramenti di testa, a distanza di due giorni sono stato di nuovo controllato. Alla fine, i sanitari hanno emesso per me una prognosi di 18 giorni. Adesso sto meglio». Una volta raccolte le testimonianze sull’accaduto, non dimenticando che sul posto si erano recati anche i carabinieri, Ivan Giovagnini si è rivolto a un legale, l’avvocato Simone Bartolomei e ha inoltrato denuncia per lesioni personali aggravate da futili motivi nei confronti dei due individui, entrambi 36enni, che risiedono nel Tifernate. Sempre stando ai «si dice», sarebbero già stati protagonisti – quella stessa sera – di altre bravate ad Anghiari, ma un conto è un atteggiamento allegro e un altro conto è adoperare le mani.