Mancano le mascherine? Ci pensano loro

Da Iacomoni a 'Sugar', ecco gli imprenditori che hanno convertito la produzione o fatto donazioni

iacomoni

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Arezzo, 1 aprile 2020 - Non solo Prada, anche altre realtà produttive del territorio stanno convertendo la loro produzione per sopperire alla mancanza di mascherine che proteggano dal contagio. Ad aggiungersi alla lista di aziende che hanno deciso di venire incontro alle esigenze di sanitari, imprese, cittadini e forze dell’ordine sono Monnalisa, storico marchio del lusso per bambini, e Busatti, azienda tessile di Anghiari fondata nel 1842. A queste si aggiungono le donazioni di Sugar e Ricciarini tessile. Monnalisa, per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ha iniziato a fabbricare mascherine chirurgiche in tessuto non tessuto. Il primo lotto è stato consegnato già la scorsa settimana ad amministrazioni e forze dell’ordine locali. Questa settimana una tranche di altre duemila mascherine sarà consegnata alla Asl per le necessità del personale medico e paramedico. L’iniziativa è stata supportata anche dalla fondazione, Monnalisa Onlus. Un gesto di responsabilità, come hanno dichiarato il fondatore dell’azienda Piero Iacomoni e sua moglie, direttore creativo del marchio, Barbara Bertocci: «Ci sentiamo parte integrante di questa comunità, che include le famiglie di molti dei nostri collaboratori. È giusto scendere in campo e unire le forze, per supportare coloro che in questi giorni stanno lavorando per il bene di tutti».

Anche Busatti ha deciso di mettere a disposizione l’impegno e il know-how nella produzione di tessuti di arredamento per contribuire ad affrontare l’emergenza sanitaria. Anche in questo caso l’azienda ha deciso di produrre mascherine in tessuto non tessuto. Le prime cinquecento sono già state donate al Comune di Anghiari: «Si è trattato di una reazione spontanea di fronte alle notizie che abbiamo letto a proposito della carenza di mascherine – ha spiegato Stefano Sassolini, uno dei proprietari di Busatti. – I prodotti sono in linea con le normative regionali per la protezione a uso non sanitario. Tuttavia, stiamo conducendo dei test nei laboratori privati per ottenerne l’omologazione». Ma il percorso di autorizzazione non è semplice e nemmeno breve. A pieno regime, spiegano ancora dall’azienda, la produzione dovrebbe attestarsi sui tre/quattromila pezzi al giorno, a fronte di una richiesta altissima: «Se avessi a disposizione quarantamila mascherine,le consegnerei tutte in giornata», ammette Sassolini. Nel frattempo, le mascherine già sfornate potranno andare alle imprese del territorio toscano e umbro che le hanno richieste. Non sono gli unici esempi della grande generosità degli imprenditori aretini. Altre quattromila mascherine, infatti, saranno realizzate grazie alla donazione di tessuti e materiale da parte di Sugar e Ricciarini Tessile spa. Il materiale sarà donato al Calcit per la preparazione dei dispositivi. Disponibilità completa da parte di Giuseppe Angiolini ad attivare la propria rete di relazioni per contrastare l’emergenza, come la collaborazione con Ricciarini Tessile: «Grazie alla nostra rete di relazioni – aggiunge Angiolini – la prossima settimana arriveranno circa altre cinquemila mascherine per il personale sanitario, messe a disposizione da un imprenditore cinese. Devo dire che da parte delle aziende cinesi ho trovato tanta solidarietà, generosità e un grande amore per il nostro Paese».