Lo stilista Chiassai e il Covid "Ho disegnato il lockdown"

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di Silvia Bardi

Prima un libro totalmente bianco, poi un libro totalmente nero, poi il terzo libro di colore blu e dal titolo e infine il "Diario del lockdown" che è una vera esplosione di colori. O forse è meglio dire di pensieri trasformati in disegni. Emozioni e riflessioni quotidiane affidate a "scarabocchi" dall’8 marzo, il primo giorno di chiusura nazionale per covid fino ai giorni di guerra di oggi, tutti diventati quadri e preziosi arazzi che accompagnano a rivivere gli ultimi due anni.

Stefano Chiassai, stilista aretino che ha rappresentato lo stile Italiano nelle biennali, docente, consulente di famosi brand italiani e stranieri, oggi il designer dell’abbigliamento Fendi Uomo, è il protagonista della nuova mostra alla Galleria d’arte contemporanea di piazza San Francesco ad Arezzo, "Diario di un lockdown" fino all’8 maggio, curata da Liletta Fornasari e che che segna anche la nuova collaborazione tra la Fondazione Guido d’Arezzo che con l’ingresso nel cda di Carlo Sisi apre una nuova sinergia con la Fondazione Ivan Bruschi.

Disegni dai mille dettagli raccontano in ottanta tappe i nostri ultimi due anni. In ognuno c’è arte, moda, ambiente, grafica, design, vita "Un dialogo fondamentale, dietro l’abilità tecnica ci sono valori, momenti dolorosi, pensieri personali - spiega Fornasari - ho visto la mostra a San Giovanni ne sono rimasta affascinata e ho cercato in ogni modo di portarla ad Arezzo arricchendola. Qui la sensibilità dello stilista porta la realtà da introspettiva a oggettiva". E sono i dettagli a parlare, la scritta "ore 18" che ricorda il notiziario aggiornato del covid, il pallone degli Europei, la morte di Maradona e Gino Strada, la paura, la solidarietà, gli abiti che non potevamo più indossare per uscire, chitarre che suonano da finestre aperte, l’Italia attaccata alle flebo, la conta dei morti, il premier Conte, il primo caffè al bar, la ferocia di Putin, l’appello di Zelensky.

"Il covid mi ha aiutato a fermarmi, io che sono iperattivo - confessa Chiassai - e ho cominciato a rendere visibili i miei pensieri, ho pubblicato i disegni sui social che la gente ha cominciato a seguire e commentare a ricevere consensi, tutti ci si rivedevano. Il primo disegno l’ho fatto l’8 marzo 2020 in treno tornando dalla settimana della moda di Milano, da lì è iniziato il mio diario giornaliero che è proseguito con l’invasione russa dell’Ucraina. Spero di iniziare presto un altro racconto che parli di qualcosa di bello". Disegni a pennarello, arazzi, tessuti, perché la moda non è un lavoro ma una passione.