Segre, è certo: a giugno l'ultima testimonianza, Rondine e Confindustria fianco a fianco

L'incontro si svolgerà allo stadio davanti a 16 mila studenti. Il legame fortissimo tra la superstite di Auschwitz e la Cittadella trova il suo sbocco più clamoroso

Liliana Segre in passato a Rondine

Liliana Segre in passato a Rondine

Arezzo, 25 gennaio 2020 - Il mega incontro allo stadio con Liliana Segre si terrà a giugno. Il lancio ufficiale dell'evento ci sarà lunedì nella delegazione di Confindustria. A spiegarne i particolari saranno Ivana Ciabatti (presidente della Fondazione di Comunità per Rondine, oltrechè presidente Nazionale di Federorafi) e Franco Vaccari (fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace). «Ho l’onore di presentare una grande opportunità che si preannuncia per il nostro territorio, – dice Ivana Ciabatti - la vicinanza storica di Rondine con la Senatrice, esempio vivente di come l’odio assoluto si possa trasformare in nuova speranza, ha fatto sì che la testimonial di pace desideri affidare a Rondine e ad Arezzo la sua ultima testimonianza pubblica sulla Shoa.

Un’iniziativa che si preannuncia storica, perché Liliana Segre è probabilmente l’ultima rimasta nel mondo in grado di trasmettere, con forza e autorevolezza, questo messaggio alle giovani generazioni, ma allo stesso tempo un evento che, pur nella sua sobrietà, sarà di altissimo livello mediatico anche internazionale».

Ora diventa tutto ufficiale quello che ormai stava prendendo corpo. E’ pronta a raccontare per l’ultima volta il viso di Janine. Lei, la ragazza che nel lager era diventata sua amica e che lei non ebbe il coraggio di salutare quando capì che gli aguzzini la stavano spingendo verso la camera a gas. Ed è pronta a raccontarlo ad Arezzo.

Liliana Segre nel tempo è diventata senatrice a vita, cittadina onoraria di mezza Italia e una delle grandi protagoniste della scena politica italiana. Ma i suoi legami, costruiti negli anni sulla fiducia e sull’amicizia personale, restano i soliti. E tra quelli c’è la nostra città.

E non perde occasione di confermarlo. Stavolta addirittura attraverso il figlio, Luciano Belli Paci. Che all’Ansa ha rivelato il progetto della mamma. «Dopo 30 anni di continui appuntamenti è provata ma ha in programma un ultimo, grande incontro». Fin qui una notizia nazionale, di quelle che sembrano non chiamarti in causa. Ma...«Sarà un incontro in provincia di Arezzo, in uno stadio».

Con i giornali di Milano era andta un filino più su. «Sarà un incontro con sedicimila studenti». Cambia poco a Milano, cambia tutto qui. Perché non poteva che essere un appuntamento allo stadio di Arezzo, l’unico in grado di poter sfoggiare numeri del genere. E non certo sugli spalti, che arrivano sostanzialmente intorno a quota ottomila, ma coinvolgendo il prato. E in effetti è proprio così che sarà, al centro di una giornata da non dimenticare.

Ultima testimonianza: anche se lo stesso Luciano Belli Paci aggiunge che la madre troverà comunque il modo di continuare a far arrivare il suo messaggio. Ma è altra cosa rispetto alle testimonianze pubbliche davanti a migliaia di studenti, quelle che ama da sempre. E Arezzo, sempre Arezzo, ne sa qualcosa.

Tre si sono svolte proprio qui, al palasport delle Caselle. E tutte organizzate da Rondine, la cittadella della Pace. Rondine alla quale la senatrice è legatissima. Un’amicizia personale forte con il presidente Franco Vaccari, la condivisione dei reciproci progetti. Lei ispiratrice anche degli spettacoli che Rondine ha portato nel mondo, fino al Parlamento Europeo.

A cominciare da uno dei suoi racconti: il comandante del campo che butta via la pistola nel giorno dell’abbandono di Auschwitz. Lei vede, ha la tentazione di usarla ma non lo fa. «Ho scelto la vita e da quel momento sono stata libera». A Rondine i passaggi della sua testimonianza li citano a memoria, come fossero i loro. E l’idea di un incontro di quel tipo, di un’ultima testimonianza qui è in effetti un vecchio progetto dell’associazione, coltivato da tempo.

Sono proprio loro alla base di questa idea: le altissime probabilità di poche ore fa, diventano puntuali conferme. Le certezze di casa Segre tornano a coincidere con quelle aretine. Per un evento sul quale si accenderanno i riflettori di tutta Italia. E che richiede un’organizzazione non da poco.

Di sicuro non sarà un problema riempire lo stadio: in un evento che di per sè aprirebbe tanti link. E’ la città de «La vita è bella», quella da cui partiva la parabola di Benigni verso il lager: quella della canzone di Noa, tra l’altro anche lei amica e testimonial di Rondine, spesso ospite della cittadella.

Anni fa aveva lanciato il concorso dedicato a Janine, migliaia di disegni della giovane realizzati dai ragazzi solo sulla base del racconto della Segre. Un cerchio che si chiude. Un racconto che riparte lì dove teoricamente vorrebbe accarezzare la sua ultima pagina.