Legionella: ancora campioni positivi Il sindaco impone nuovi controlli Clinica: "Filtri a tutti gli erogatori"

Non regolari 8 dei 30 test alla "San Giuseppe". Non ci sono chiusure, solo sanificazioni ad ogni limite superato

Legionella: ancora campioni positivi  Il sindaco impone nuovi controlli  Clinica: "Filtri a tutti gli erogatori"

Legionella: ancora campioni positivi Il sindaco impone nuovi controlli Clinica: "Filtri a tutti gli erogatori"

di Alberto Pierini

AREZZO

La morsa della legionella. Non siamo ad un allarme nè a conseguenze sulla salute di chi la incrocia, come era successo qualche mese fa. Ma siamo di fronte ad un’altra serie di valori positivi. Riscontrati dalla Asl nei suoi periodici controlli e comunicati al sindaco Alessandro Ghinelli: con conseguente ordinanza che pone nuovi paletti.

Il problema è riemerso alla "San Giuseppe Hospital", la nuovissima clinica inaugurata lungo il raccordo, una struttura moderna sul piano tecnologico e molto accogliente per i suoi pazienti. Ma che non riesce a sbarazzarsi del tutto di questa eterna ombra.

I campioni non sono stati, sia chiaro, tutti positivi. Sui trenta condotti su diversi erogatori interni ai reparti, otto sono stati quelli che hanno fatto riscontrare un superamento dei limiti. Quindi circa il 25% sui test eseguiti. E in alcuni casi il superamento è stato piuttosto basso, muovendosi la forbice da 300 a 14 mila UFC per litro: sono "unità formanti colonia", una misura utilizzata per stimare il numero di batteri o cellule fungine vitali in un campione. Le misure, tra l’altro inizialmente blande, scattano solo oltre quota cento. I primi dati positivi risalgono al novembre dell’anno scorso, da allora ci sono stati alti e bassi: con periodi completamente sgombri da ogni superamento della linea e altri con ricadute come questa.

"Non me lo so spiegare – risponde con franchezza il responsabile Massimo Rosati – perché abbiamo adottato criteri e controlli che sono i più stringenti sul mercato". In pratica si tratta di filtri definiti assoluti, di quelli che dovrebbero bloccare praticamente ogni batterio in circolazione.

"Vi do solo un dato: ne sono stati installati 301, quindi praticamente ad ogni erogatore nella clinica. Sostenendo per questo anche spese importanti ma con l’intenzione di rimuovere per sempre questo inconveniente". Che però periodicamente si ripresenta. Con tanto di ordinanza successiva del sindaco.

Cosa dispone? Nessuna chiusura di camere o interruzione del servizio. Le misure in pratica definiscono come si debba intervenire quando si manifesti il problema. Che può emergere sia da un auto controllo, quelli decisi in proprio dal centro di cura, sia dai campionamento dell’igiene pubblica. Prima cosa un immediato intervento di sanificazione dell’impianto. Che deve essere eseguito dopo almeno 48 ore da un nuovo campionamento, almeno agli erogatori risultati positivi,

E sempre nell’immediato una revisione del documento di valutazione del rischio, da inviare a ruota sia alla Asl che al Comune. Il tutto unito alle prescrizioni che sono rimaste via via in giro. L’obbligo di non rimuovere i filtri antibatterici assuluti finché non arrivi una comunicazione in senso opposto dall’Igiene pubblica. E sostituire sistematicamente quel filtro prima della data di scadenza.

Una rete stretta, quasi quanto quella dei super filtri installarti dall’azienda. Ma tra le cui maglie il cosiddetto "virus del legionario" di tanto in tanto si incunea, ospite quanto mai sgradito. E la girandola dei controlli e dei campioni riparte, come fosse il primo giorno.