Le strade della prostituzione in era Covid

Quella all’aperto quasi azzerata ma si moltiplicano le case a luci rosse. "Ce ne sono perfino in pieno centro, tra cui via Roma"

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Se lo spaccio è sotto gli occhi di tutti, non è necessario avere una vista particolarmente allenata, c’è un fenomeno che si consuma silenzioso, dietro tende tirate e nella discrezione. E’ quello della prostituzione. "Se San Zeno rimane ancora terra dove le lucciole con l’oscurità scendono in strada in attesa dei propri clienti auto muniti, è in città che il fenomeno assume forme diverse. Il 90% della prostituzione si consuma negli appartamenti" spiega Alessandro Rossi, security manager e titolare dell’agenzia "Investigazioni Ombra.

Il Covid ha quasi azzerato il business della prostituzione outdoor. Restano sporadici casi. Anche fuori città, sulla strada dello Scopetone, dove le ragazze di colore sulle sedie tra i cespugli sono ormai apparizioni sporadiche.

Ad arrestare un duro colpo al fenomeno la pandemia, il virus, lo stop ai contatti fisici senza troppe preoccupazioni. Ma quella esercitata nelle case esiste ancora ed è un fenomeno in crsecita.

"Sono diversi gli appartamenti, ce ne sono in centro, in via Monte Falco e in via Roma utilizzati per questo scopo. L’affitto sempre regolarmente a nome di una persona, che poi però viene diviso tra tre o quattro persone, prostitute e trans" spiega Rossi.

Un mondo sommerso, sconosciuto ai più, spesso anche ai vicini, tanta è la discrezione di chi lo vive. "Un mondo però sempre più prolifico in cui girano tanti soldi". Un numero crescente di giovani donne che volontariamente utilizza il sistema degli annunci di sesso a pagamento per avere un più alto tenore di vita.

E’ bene precisare che, considerato che la prostituzione in Italia non è reato e che l’unico caso nel quale si potrebbero avere problemi di tipo amministrativo è quello in cui si commettono atti osceni in luogo pubblico, è facile intuire che anche la prostituzione in casa non è reato e, di conseguenza, non può essere vietata. L’unico caso nel quale l’attività che una prostituta svolge nella propria abitazione, in modo professionale e metodico, può essere vietata è quello in cui ci sia un regolamento condominiale sfavorevole rispetto alla prostituzione, che è stato approvato all’unanimità, quindi da tutti i condomini. Altra cosa è se esiste una figura a gestire il business che può essere accusata di istigazione, sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione.

Ci sono le difficoltà economiche, le tentazioni e le scorciatoie. Così una madre di famiglia può diventare altro e una commessa o chiunque altra può decidere di dare sfogo al suo lato oscuro.

Spesso italiane, vite irreprensibili. Eppure fissano appuntamenti con uomini sconosciuti, soddisfano i loro desideri, concedono i loro corpi e incassano denaro.

"E’ in aumento un fenomeno ancora più nascosto. Quello di casalinghe o impiegate, anche aretine, regolarmente sposate, con figli, protagoniste di incontri promiscui, ovviamente a pagamento. Tutto nasce sui social, l’incontro virtuale, si fissa l’appuntamento, e il gioco è fatto".

Un’altra scheggia della città parallela, che vive sul limite stretto tra la legalità e l’illegalità ma spesso la sorpassa. E che si alimenta, un po’ come avviene con la droga, di un "mercato" che continua a crescere di anno in anno, malgrado tutto.

Gaia Papi