"Le monete di Pecorelli? Ma quale tesoro: è l’ennesima montatura"

L’esperto di numismatica Roberto Ganganelli sconfessa l’ex imprenditore ed ex arbitro. "Immagini di qualità scadente"

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di Fabrizio Paladino

L’esperto di numismatica sconfessa clamorosamente il Conte di Montecristo, al secolo Davide Pecorelli (nella foto), l’ex imprenditore e arbitro di calcio di recente protagonista, di nuovo, con un selfie insieme ad alcuni sacchi "di monete d’oro" come lui sostiene.

"E’ il tesoro di Montecristo" ha detto Pecorelli. Ma il dottor Roberto Ganganelli, uno dei maggiori esperti di numismatica a livello nazionale (che lo stesso 46enne sangiustinese aveva contattato negli ultimi giorni della sua ‘latitanza’ per una valutazione delle monete d’oro), sul portale www.cronacanumismatica.com evidenzia tutti i suoi dubbi sul "presunto tesoro di Montecristo".

"L’ex imprenditore avrebbe dichiarato alla magistratura di aver trovato due forzieri contenenti il tesoro, il primo a Cala Corfù e il secondo a Cala Fortezza – scrive Ganganelli – ‘Sfortunatamente’, prima di dissotterrare la terza parte delle ricchezze, sarebbe stato intercettato dai carabinieri forestali. Sono selfie da prendere con le pinze dal momento che, come già sottolineato in un precedente editoriale, se effettivamente venissero rinvenute centinaia di chilogrammi di monete in oro – romane, bizantine o di altro tipo non fa differenza – saremmo di fronte ad una scoperta che per la numismatica, e per l’archeologia in generale, avrebbe un’importanza pari al ritrovamento dei bronzi di Riace".

Poi l’affondo dell’esperto: "Si tratta di immagini, dunque, da prendere con assoluto beneficio d’inventario anche perché la scadente qualità degli scatti non permette di acclarare cosa sia contenuto effettivamente nei ‘sacchi misteriosi’. Le foto potrebbero essere state scattate ovunque, perfino nel garage di casa... Troppi condizionali, sommati al fatto che sia il Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri di Firenze che la Procura di Grosseto mantengono ancora, sulla vicenda, il massimo riserbo".

"Restiamo dell’opinione che si tratti dell’ennesima montatura ma, da appassionati di numismatica, non nascondiamo che non ci dispiacerebbe essere smentiti venendo a sapere, in futuro, che effettivamente un nuovo ripostiglio è venuto alla luce e potrà essere studiato, catalogato ed esposto. Se il Pecorelli avesse trovato, nel corso del suo avventuroso peregrinare, non migliaia di monete d’oro, ma anche un solo denario romano o un quattrino medievale – conclude Ganganelli – si tratterebbe di proprietà dello Stato italiano. Parole e immagini che tuttavia, e questo è il rischio più serio, potrebbero indurre qualcuno a improvvisarsi, a sua volta, ‘cercatore della domenica’, nella speranza di scovare chissà quali possibili tesori...".