Le carte Coingas, la contabile: "Voluta da Macrì per sistemare i conti"

Ma il ruolo del presidente Estra resta controverso. Ambienti a lui vicini fanno notare le incongruenze delle accuse. Le discussioni nelle intercettazioni

LEADER Francesco Macrì, presidente di Estra, multiutility dell’energia in grande crescita negli ultimi anni

LEADER Francesco Macrì, presidente di Estra, multiutility dell’energia in grande crescita negli ultimi anni

Arezzo, 17 luglio 2019 - Tacciono tutti gli indagati del ciclone Coingas, tace per primo il Vip dei Vip dell’ultima ondata di inquisiti, Francesco Macrì, presidente di Estra, che la Digos considera come il vero regista dell’operazione consulenze nonchè il dominus di fatto della società di via Cocchi, dentro la quale c’è il 25 per cento del pacchetto azionario del gigante del metano.

Lui dice soltanto di essere rimasto sempre nei binari della legalità, ambienti a lui vicini fanno notare le incongruenze delle accuse: se Macrì era il «padre padrone» di Coingas, come affermano le carte d’inchiesta, perchè l’azienda avrebbe rinunciato al service fornito da Estra per la contabilità e si sarebbe rivolta al commercialista Marco Cocci per sostituirlo? E tuttavia, in un passaggio delle intercettazioni, Mara Cacioli, tornata dalla pensione per sistemare i conti, dice che l’ha voluta espressamente proprio Macrì.

La frase è indiretta, nel senso che è Sergio Staderini, ex presidente, a riferirne in una conversazione con un’altra dipendente Estra che in passato si era occupata di Coingas, la famosa «ballerina» della telefonata fra lo stesso presidente di Estra e l’avvocato Ettore Rason. «M’ha chiamato Francesco - dice Staderini di quanto gli avrebbe raccontato la Cacioli - m’ha chiamato qui a rimettere a posto».

E l’altra: «Cioè l’ha chiamata Francesco Macrì, ma te rendi conto, anche di lui quante ne ha dette». In effetti, nel gruppetto di persone che si occupano di sistemare la questione consulenze nel bilancio di Coingas i rapporti non sempre sono idiliaci. Una sponsorizzazione- scrive l’informativa Digos del 3 giugno - «sarebbe stata oggetto di pesantissime discussioni tra Macrì e Mara Cacioli, con Staderini e R. (non indagata Ndr) che avrebbero difeso la Cacioli medesima».

E ancora: «Nel corso della conversazione in questione (la telefonata Staderini-ballerina Ndr). Staderini e R. inveiscono a più riprese contro Macrì e Mara Cacioli». Con l’ultima che afferma: «Ma poi ci sarebbe veramente da chiappare il suo sindaco e dire ascolta ma questa qui sa gestire una società pubblica in pensione?». Staderini conviene: per lui la contabile è «rincoglionita e una pensionata».

L’altra invita l’ex presidente a fare un’azione di responsabilità contro «questa gente che ci ha fatto del male, quindi la devono pagare Sergio». Soggetto, secondo la Digos, l’ultimo presidente Franco Scortecci. Sulla Cacioli, invece, è Macrì che rassicura Rason, offeso perchè gli è stato detto che le sue consulenze sono «aria fritta», il 31 maggio: «La Mara rivà al suo posto da pensionata».

Il 29 maggio si telefonano ancora Staderini e Cocci. Il secondo dice di aver chiesto all’assessore Alberto Merelli, pure lui indagato per peculato sulle consulenze Rason: «Mi dici una cosa, la convenzione con l’assessore Rason continua? Mi dice il Merelli che ancora deve continuare».

E una almeno delle convenzioni è dorata: 39 mila euro all’anno, ma pagate in quattro rate trimestrali che ne fanno 52 mila, senza che nessuno chieda conto dei soldi in più. Oltre alle spese: 500 per ogni ora dei soci dello studio e 200 per gli associati. In totale 300 mila euro e spiccioli.