Lavoro, la carica degli "over 50": cento in corsa al mercatino tirolese

Pioggia di domande per ottanta posti, presentati 620 curriculum: in maggioranza ragazzi ma tanti anche da padri e madri di famiglia

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Arezzo, 1 novembre 2019 - Chiedono lavoro al villaggio tirolese. E lo chiedono in massa, passando di casina in casina, cercando a Natale quello che il resto dell’anno continua a negargli. Non cercano speck, zuppa d’orzo o stinchi di maiale: puntano al bersaglio grosso, un posto per far quadrare almeno tra novembre e dicembre i bilanci familiari.

Un posto anche se provvisorio, anche se precario come le foglie sugli alberi, anche se a termine. Il fenomeno del villaggio di Natale si rinnova, al di là di ogni previsione. Ormai ogni anno i due mesi di apertura coincidono con una finestra ritagliata davanti alle speranze di chi è senza lavoro. Il numero dei curriculum spediti supera ormai quota seicento: per l’esattezza a ieri si attesta a quota 620. Un risultato senza precedenti.

E che martedì porterà ad una selezione per i più amara. Tutti convocati nella sede dell’associazione commercianti, che organizza il mercatino ed è il punto di riferimento della società che dal profondo nord si muove per scuotere l’albero del Natale aretino. E in questa carica dei seicento e passa la maggioranza è fatta di ragazzi. Tra i 18 e i 25 anni, spesso al primo impatto diretto con un lavoro.

Tante ragazze ma anche tanti maschietti: tra loro quanti già hanno lavorato tra le casine e che forse dalla prospettiva tirolese sono anche i più graditi. Ma tra i curriculum si nascondono tante altre storie. Perché circa cento sono tra i 52 e i 58 anni. Non pivellini, gente che ha perso un lavoro per strada e prova il tutto per tutto pur di risalire. Il Natale diventa così lo specchio di una crisi forse perfino superiore ai dati che a volte la tratteggiano.

Le assunzioni saranno attraverso veri e propri contratti: il mese e mezzo di apertura consente questa formula. Impossibile per eventi di tre giorni, come il mercato internazionale, lì dove le «assunzioni» sono precipitate, complice l’abolizione dei voucher, difettosi come un orologio rotto ma che qualche soddisfazione la davano.

Martedì saranno assegnati circa 80 posti, in cinquecento e passa perderanno anche questo treno. Chi riuscirà a salirci dovrà garantire la tenuta davanti all’assalto dei turisti: orario continuato dalla 9 a sera, concentrato dal giovedì alla domenica ma con aperture straordinarie della baita nella prima parte della settimana. Intanto la macchina del Natale di piazza Grande accende tutti i motori.

L’allestimento del villaggio inizierà lunedì, in largo anticipo: e il giorno dopo arriverà la struttura della baita, l’elemento più invasivo della piazza e spesso per questo contestato. Ce ne saranno altre due quest’anno ma più ridotte, una delle quali riservata ai dolci. Nei giorni successivi comincerà anche l’allestimento delle altre tesserine del Natale.

Gli stand tradizionali di piazza San Jacopo e piazza Risorgimento: la rivoluzione delle casine, alla quale lavorano Confesercenti e gli ambulanti. E al Prato le venti casine di legno che circonderanno l’ovale di gastronomia, fiori, oggetti regalo, artigianato. Natale vuol dire casa: anzi casina. E per qualcuno perfino lavoro.