Ladri traditi dal Gps del cellulare rubato

Il telefonino era stato portato via a una signora del Borgo. Inseguiti dalla polizia e denunciati. Gang specializzata in furti con destrezza.

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di Fabio Patti

In tempo di Covid-19, di pandemia, c’è chi cerca di trarne un vantaggio e quindi un profitto….illecito, nonostante il difficile momento. Il crimine non si ferma, ma il Commissariato di Polizia di Sansepolcro, a conclusione di un’attività di indagine durata alcuni mesi, è riuscito a mettere a segno un risultato importante e a bloccare chi, nel delicato periodo del virus, cercava guadagni facili a spese di ignare vittime. Gli agenti dell’ufficio anticrimine del Commissariato di Polizia della città Pierfrancescana hanno identificato e denunciato un gruppo di persone dedite alla commissione di furti e specializzate, in particolare, nei furti con destrezza. E passiamo ai risultati. Le indagini sono iniziate a febbraio di quest’anno, quando una biturgense denunciava al Commissariato di Polizia di Sansepolcro di avere subito un furto nei pressi di un noto supermercato cittadino.

L’immediata attività investigativa ha consentito agli agenti di identificare, come autori del furto, tre persone straniere residenti nel Lazio che operavano nel centro Italia. Individuata l’autovettura utilizzata dai tre, anche grazie al sistema di videosorveglianza del Comune di Sansepolcro, gli agenti decidevano di ricostruire gli spostamenti. Nelle prime fasi di indagine, per il furto avvenuto a Sansepolcro, era scaturito una sorta di inseguimento a distanza, nellastessa giornata gli agenti riuscivano a recuperare nel territorio della provincia di Forlì-Cesena, nella vicina Bagno di Romagna, a mezzora da Sansepolcro, parte della refurtiva seguendo il segnale del telefono, il gps in pratica, che si trovava all’interno della borsa rubata alla signora biturgense e di cui ancora i malviventi non si erano disfatti. Dai filmati che sono stati acquisiti durante l’indagine è emersa la raffinata tecnica utilizzata dai membri dall’intera banda, ognuno dei quali aveva un compito ben preciso. Aspettavano all’esterno degli esercizi commerciali e quando la vittima da derubare saliva a bordo della propria autovettura, un componente della banda lasciava cadere accanto all’auto un mazzo di chiavi o una banconota e successivamente bussava al finestrino dell’auto della malcapitata vittima, dicendole "scusi le sono cadute le chiavi" o la banconota secondo dei casi, ciò al fine di farla scendere dall’auto e lasciare così incustodita la borsa o altri oggetti di valore. In quel frangente, una terza persona si intrufolava nell’auto per derubare le vittime che in più occasioni si rendevano conto del furto solo dopo essere arrivate alla propria abitazione.