Ladri in casa: sfondano la parete col piccone e fuggono con la cassaforte

Colpo lampo nella zona Giotto: in dieci minuti entrano in tre, sfondando la finestra di cucina e poi via verso il centro. Bottino da decine di migliaia di euro

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Arezzo, 12 dicembre 2019 - Sono passati dalla finestra della cucina, cominciando subito a violare, senza scrupoli, l’intimità profonda della famiglia. Un colpo secco al vetro, quello va in frantumi e loro cominciano il saccheggio. Sono le 19 di martedì, appena dietro alla caserma dei vigili del fuoco. Una zona tranquilla ma a quell’ora anche decisamente buia, ai fianchi del quartiere Giotto, spesso nel mirino dei ladri.

Ladri che studiano i tuoi movimenti, registrano le tue mosse. Perché non si sa altrimenti come possano irrompere nei dieci minuti di assenza di chi quella casa la vive tutto il giorno. Dieci minuti, non di più. Sufficienti a sfondare la finestra, irrompere nello studio , smurare a colpi di piccone la cassaforte: e a fuggire tenendola ben chiusa in un sacco, insieme ai ricordi depredati senza vergogna.

L’incubo dei colpi in appartamento: forse in lieve calo ma sono statistiche che consolano poco chi si ritrovi depredato.E che al massimo confida forte nei carabinieri, intervenuti sul posto, perché come già in altre occasioni riescano a fare chiarezza. Un colpo da decine di migliaia di euro, anche se è solo una stima di massima, i ricordi di una vita raramente li valuti a peso o a valore. In casa un sistema d’allarme, di quelli che segnalano subito l’intrusione.

La segnalano ai vigilantes, effettivamente arrivati a ruota, ma anche ai proprietari: che però erano dall’altra parte della città. Hanno lasciato tutto e sono corsi a casa: ma era già troppo tardi. O troppo presto per affacciarsi sull’orlo di una casa saccheggiata. Non sventrata come a volte succede, non con i cassetti in terra o i mobili ribaltati. Come sapessero tutto hanno puntato subito la parete giusta: anzi due. Una è quella del sistema d’allarme, con l’apparecchiatura presa a martellate.

L’altra quella della cassaforte, smurata con colpi di piccone quasi chirurgici. Missione compiuta,devono aver pensato. E via in fuga. Con la cassaforte in collo, chiusa nel classico sacco tipico del «mestiere». Ripassando dalla cucina, con la stessa dimestichezza che avrebbero avuti con la loro, e saltando fuori dalla finestra sfondata solo pochi minuti prima. Un colpo al vetro, uno al cuore di chi si è affacciato poco dopo per capire cosa fosse successo.

Ci sarebbe anche un testimone, che li avrebbe visti non in faccia ma fuggire in strada: sfiorando i Geometri, a due passi da lì, e puntando il centro. E probabilmente la macchina lasciata pronta per la fuga. Tre ladri, o almeno questa è la ricostruzione che al momento viene fatta. Professionisti ma non hanno potuto fare a meno di passare davanti ad una delle telecamere di sorveglianza della strada.

Le riprese saranno visionate,anche se non è detto che possano fornire elementi sufficienti a portare gli inquirenti sulle orme giuste. Alle spalle si sono lasciati la finestra spaccata e calcinacci dappertutto, frammenti di quella parete presa a colpi di piccone.

E l’angoscia di chi, in questa come in mille altre occasioni, si sente violato dentro e si vede strappare di dosso una parte di se stesso e della propria storia. Impossibile da quantificare o da stimare, proprio come il valore del bottino.