di Lucia Bigozzi
Le aziende riaprono i cancelli ma l’economia fa i conti con la frenata dei mercati internazionali che apre la seconda parte dell’anno. Effetto inflazione, costi aziendali in rialzo, scenari di guerra e dunque incertezza: sono temi che impattano sull’andamento del business mondiale e pure sulla spinta del "motore" oro, la principale industria aretina e non solo. Arezzo è il primo distretto in Europa per numero di aziende (oltre 1200), dipendenti (9 mila) e per fatturato dell’export. Si riparte da Vicenzaoro che tra una manciata di giorni porterà clienti da tutto il mondo tra gli stand dove la pattuglia aretina è già diventata un "esercito": sono circa trecento gli imprenditori, numero che supera quello di Oroarezzo. Perchè? Vecchio dillema e il "pallino" di Giordana Giordini, al timone della Consulta orafa e presidente del settore oro di Confindustria.
Presidente Giordini, che idea si è fatta?
"La fiera di Vincenza, sopratutto a gennaio, è un appuntamento internazionale molto importante. Lo è pure quella di settembre perchè molti clienti fanno ordini in vista del Natale. Parlando con gli operatori del settore sono attesi in grande numero.
Perchè su OroArezzo c’è meno appeal?
"Tra le regole di Vicenza c’è il pacchetto gennaio-settembre che consente di mantenere lo stesso stand, con la stessa visibilità espositiva e questo è un fattore importante per molte aziende. C’è poi chi è più concentrato sul business che sulla spinta che gli stessi imprenditori aretini dovrebbero dare alla nostra fiera. Mi sono sempre posta questa domanda..."
E la risposta?
"È vero che i costi di partecipazione a Oroarezzo sono alti ma qui giochiamo in casa, dormiamo e pranziamo senza spese aggiuntive. Io, come molti colleghi, sono legata alla mia città ed orgogliosa del nostro distretto che promuovo partecipando alla fiera. Siamo noi stessi la città e dobbiamo impegnarci, fare sistema per far crescere la fiera. E in questa storia, c’è perfino un paradosso"
Quale?
"Gli imprenditori vicentini presenti a Oroarezzo sono entusiasti, scelgono stand grandi. Invece, alcuni orafi aretini, continuano a disertare l’appuntamento. Lo trovo un atteggiamento inconcepibile".
Gold Italy salta anche quest’anno?
"Non è nel calendario di Ieg che ha accolto una nostra esigenza".
In che senso?
"L’obiettivo è evitare un calendario ravvicinato di eventi fieristici. A settembre c’è Vicenza che torna anche a gennaio, poi ci sono Las Vegas Hong Kong e Dubai, in primavera Oroarezzo: i clienti stranieri non ce la fanno ad arrivare due volte in dodici mesi nella nostra città. Per questo, con Ieg abbiamo deciso di potenziare l’evento del Summit del gioiello, a dicembre, per valorizzare la grande tradizione aretina e magari provare ad estenderlo a due giornate anzichè una sola".
Mercati calmi. Cosa vi aspettate nel secondo semestre?
"Abbiamo appena riaperto le aziende, ma parlando con i clienti emerge la conferma di un rallentamento su scala mondiale dovuto a inflazione, guerra e sopratutto a costi aziendali alti che assottigliano sempre più il margine di guadagno. Tuttavia è una fase anche fisiologica dopo il boom del 2022. Per ora non è un dato preoccupante".