La "riffa" dei vaccini: la notte dei fragili in diretta tra rabbia e messaggi beffa

Ore al computer per prenotare. «Codice errato»: aggiungi due zeri a caso ed entri. «Sbagli ma non è colpa tua». «Posti finiti». On line fino alle 2 e sveglie alle ore piccole

Le prenotazioni si possono effettuare sul sito della Regione e su quello delle Poste

Le prenotazioni si possono effettuare sul sito della Regione e su quello delle Poste

Arezzo, 25 marzo 2021 - «Hai 50 secondi per confermare la prenotazione»: un’invisibile lancetta segna il conto alla rovescia tra la salute e la malattia, potenzialmente tra la vita e la morte. Sei davanti ad un computer, all’ennesimo tentativo di entrare nella piattaforma e ottenere un posto per la vaccinazione. ma è un po’ come se tu fossi sull’Isola dei Famosi, o meglio ad una dozzinale riffa di periferia.

Cali, tremando, l’indice per il clic decisivo e tutto sparisce: i l sistema si blocca, il traguardo evapora come un sogno. E devi ripartir dal via, lì’ dove la riffa prende i panni del Monopoli. E’ la notte amara non dei nativi digitali ma dei più fragili, coinvolti in una sorta di lotteria che giustamente non hanno nè l’umore nè la voglia di giocare. Ma alla quale sono inchiodati. I più fragili.

Avvertiti via sms che alle 19 dell’altra sera si sarebbero aperte le agende. Inizia da lì l’incubo vissuto in provincia da migliaia di persone. Lo abbiamo seguito in diretta, fianco a fianco con chi si era era registrato: pensando di essere vicino al traguardo. Ma non era così. «La sua posizione è in corso di verifica»: dopo tanti tentativi scopri che sei stato ammesso alla riffa ma non alla partita.

Dalla piattaforma regionale ti è arrivato un codice a sei cifre. Tu lo componi e dai invio. «Codice errato»: è la prima risposta. Che non sempre è quella che conta, spesso è la più bugiarda. Perché una volta puoi sbagliare, due pure: alla terza i responsabili vanno cercati altrove. Al quarto tentativo digiti lo stesso codice e magicamente il sistema lo riconosce.

E’ fatta pensi tra te e te. E prosegui. Mai dire mai. «Si è verificato un problema. Ma non preoccuparti, non è colpa tua». L’ultima preoccupazione di chi diabetico o cardiopatico o semplicemente obeso si metta ad un computer è quella di prendersi le colpe. Se non altro perché sa benissimo di chi sono: una certezza che di minuto in minuto si fa più chiara. Gli occhi incollati allo schermo, la mano che ripete meccanicamente le stesse operazioni.

La colpa non è mia e quindi riprovo a inserire il codice. «Codice errato»: come nella galleria degli orrori al luna park, passi e ripassi dallo stesso punto, come se il mondo reale fosse tutto lì dentro, come se gli specchi deformanti lo riflettessero. Con rabbia metti e rimetti il codice . «Codice errato»: con la forza della disperazione, e quasi a caso, aggiungi due zeri, non ti ricordi più se in cima o se in fondo. Ma incredibilmente il sistema cede e ti fa entrare, come tu avessi sgamato la password segreta.

«Ho iniziato alle 19 a fare la prenotazione: alle due di notte ero ancora lì». «Io sono andato a letto, ho messo la sveglia per tentare nelle ore piccole». I racconti si incrociano su Facebook, all’alba della mattina dopo. Appena spezzati qua e là da un «Ce l’ho fatta»: sussurrato, perché per questo ti senti davvero in colpa, anche se il sistema ti assolve. Il messaggio arriva a tutti: un mare di sessantamila persone.

Ma in corso d’opera scopri che se sei stato registrato dopo il 19 è solo un allenamento, un’amichevole. E’ la rete studiata per portare i più fragili alla vaccinazione, per tutelare chi con il Covid è davvero in pericolo. Si trasforma in una trappola da villaggio turistico.

Che a tratti ti porta avanti, fino alla scelta dell’orario: clicchi per scegliere (ma ti accontenteresti anche delle 3 di notte, tanto sei sveglio) e di là non te lo confermano, ti portano via di nuovo la linea di arrivo. Il nostro amico arriva perfino a vedersi assegnata la data del richiamo: un attimo prima di essere buttato fuori. Si sposta, vaga, gira la Toscana.

Ma il sistema ti rispedisce sistematicamente al mittente.I genitori affidano ai figli la caccia al posto. Loro ci si mettono di buzzo buono, si sentono la colpa di non riuscirci. «Ci riducete in un branco di animali che si azzuffano per la preda».

Nel sito non ci sono numeri da comporre in caso di blocco, quelli che scandiscono l’amara notte aretina. Lì dove le patologie contano per registrarsi ma poi sono tutte uguali. «Alla riffa alla raffa, chi l’acchiappa l’acchiappa»: vivaddio, ecco finalmente la scienza tornare al volante della vaccinazione.