La Resurrezione di Piero: i segreti, l'autoritratto, il ritorno al suo splendore

Presentato ieri il restauro al museo civico di Sansepolcro. E' stato realizzato dall'Opificio delle pietre dure di Firenze

Foto di gruppo davanti alla Resurrezione

Foto di gruppo davanti alla Resurrezione

Arezzo, 23 marzo 2018 - Gli occhi del Cristo, che hanno ritrovato l'infinita solitudine. Il manto rosa, che scende tra le pieghe lasciando scoperta la ferita sul costato. I soldati addormentati, con i calzari coloratissimi. E sullo sfondo quelle fortezze, venute fuori tra le colline del paesaggio e l'azzurro del cielo terso. Dopo tre anni di studi e restauri, al centro della sala dove un tempo si riuniva l'Assemblea cittadina, torna a mostrarsi nella sua lucentezza la Resurrezione, capolavoro assoluto e iconico di Piero della Francesca, che il Vasari definì «di tutte le sue, la migliore», oggi simbolo di quello scrigno di capolavori che è Sansepolcro e del suo Museo Civico.

Un lungo intervento, realizzato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dalla Soprintendenza di Arezzo grazie al mecenatismo di Aldo Osti, manager della Buitoni a lungo vissuto qui che lo ha finanziato con 100 mila euro, che non ha solo salvato il capolavoro dai segni del tempo e dei sismi, da una funesta canna fumaria che ne minava la sopravvivenza e persino da precedenti interventi che avevano fortemente aggredito l'opera, ma che ha anche rivelato nuovi tasselli nella sua storia.

«Oggi possiamo con certezza affermare che il dipinto venne spostato qui da un altro luogo, forse anche da una parete esterna - spiega Cecilia Frosinini, Direttrice del Settore Restauro Dipinti Murali dell'Opificio - E' dunque uno dei più antichi e monumentali trasporti a massello della storia dell'arte». Molti, però anche, i misteri irrisolti, innanzitutto per la datazione, che gli studiosi hanno spesso fissato fra il 1450 e il 1465, mentre le nuove ricerche documentarie svolte posticipano al 1470.

E poi per quel soldato, meno addormentato di altri, con cui Piero della Francesca, forse, volle immortalarsi in un sempiterno autoritratto. Da domenica, dice il sindaco Mauro Cornioli, la Resurrezione tornerà a mostrarsi ai visitatori del museo e ogni notte, illuminato fino a mezzanotte, dalla porta che sarà aperta su Piazza Garibaldi.