REDAZIONE AREZZO

La movida dei sapori. Viaggio a fari spenti fino alle ore piccole nella città trasformata

Gastronomia e birre no stop. Coppie e famiglie tra i banchi senza sosta. I furbetti dei parcheggi, i personaggi, l’isola di luce nel luna park del gusto.

La movida dei sapori. Viaggio a fari spenti fino alle ore piccole nella città trasformata

Ballano e sbattono i tacchi al ritmo del flamenco mentre nell’aria si diffonde l’inno "E viva l’Espagna". Diventa l’inno della notte in una festa che viaggia fino alle ore piccle. È l’altra faccia del Mercatissimo, con le luci che somigliano sempre più a quelle del paese dei balocchi.

Il flamenco è una musica che si alza dallo stand spagnolo e fa l’effetto del pifferaio magico: nella sera del sabato, la regina della movida, calamita qui il grosso del popolo della notte. Fino a sette giorni fa era sparso ovunque, negli angoli di un centro senza confini.

Nella notte di movida sotto le luci del Mercatissimo, il centro di gravità diventa quello del tunnel della birra: il tratto che da via Margaritone arriva ai Bastioni. Anche se mai come stavolta il fiume di luppolo è incontenibile. Dall’ambulanza che dedica un rubinetto a ogni sapore nazionale fino al Belgio che domina nel cuore di via Spinello.

Via Roma e via Crispi intorno alla mezzanotte sono angoli di passeggio ma il grosso delle luci rimbalza dalla zona Eden. Le auto circolano e sfiorano il luna park dei sapori, c’è chi lo sfiora da viale Michelangelo, forse per decidere di tuffarsi nella festa.

I banchi di artigianato, abbigliamento, oggetti per la casa, tazze da tè e da tisana inglese tirano giù il bandone mentre la gastronomia gestisce le code.

Davanti ai biscotti al cocco belgi, i dolci continuano a passare di mano in mano. C’è chi ne prende due, uno per sé e uno per la fidanzata, c’è chi ne pesca dieci, sfruttando lo sconto comitiva.

Di fronte l’uomo delle castagne gira con il solito movimento la padella nel braciere, chiede solo il tempo della cottura: ma il popolo della notte di tempo ne ha da spendere, perché il giorno dopo, cioè oggi, è domenica e la sirena del lavoro non suona.

Le ballerine continuano le danze anche se le padelle della paella sono ormai vuote. Non finisce invece la carne nel braciere argentino, una sfida a distanza tra i cuochi che la rosolano dietro il bastione e gli appassionati in coda fissa con il biglietto in mano. C’è chi ha una grigliata e chi si accontenta di mezza: per tutti l’appuntamento è sotto il tendone.

Il banco della paella, con il favore della notte, diventa soprattutto quello della sangria, più adatta per le ore piccole da trascorrere in compagnia: il clima intorno è lontano mille miglia da quello dell’autunno e il Mercatissimo di ottobre somiglia sempre più a quello di luglio.

A distanza di pochi chilometri Eurochocolate, l’altra regina del gusto nel centro, annuncia la sua edizione a Bastia Umbra e sembra quasi che Perugia lasci lo scettro ad Arezzo. Ma forse sono le illusioni della notte, su quell’isola di luci che accoglie coi suoi colori e i suoi profumi chiunque si affacci, fino agli orari più improbabili.

Tuttavia, a dispetto del detto popopolare, non sempre la notte porta consiglio: c’è chi pianta la macchina sui marciapiedi di via Michelangelo, chi in doppia fila, chi perfino in via Signorelli sul retro dei banchi. È quasi l’una e ancora da via Spinello, altre coppie, gruppi di giovani, famiglie nottambule con bambini si affacciano e fanno numero.

Mentre le auto continuano a girare nel "circo" che da qualunque parte del centro le porta in piazza Guido Monaco e da Guido Monaco in via Roma.

Ma nessuno protesta come avrebbe fatto negli altri 362 giorni dell’anno: si piega così, è la legge del Mercatissimo. E della notte.

Lucia Bigozzi