La mamma della bambina uccisa "Sono innocente, ora esco di galera"

Tiziana Deserto e la tragedia di Maria Geusa, ammazzata dopo le violenze dal biturgense Giorgio Giorni "Ho scontato la mia pena ma non c’è stato un solo giorno nel quale non ho pensato alla mia piccola"

Migration

di Annalisa Angelici

e Fabrizio Paladino

Durante la lunga detenzione in carcere ha perso oltre 40 chili ma entro breve Tiziana Deserto – condannata a 15 anni per concorso in violenza sessuale e omicidio della figlioletta di 2 anni e 8 mesi, la piccola Maria Geusa – sarà una donna libera. Da maggio 2021 è ai domiciliari in un appartamento in provincia di Brindisi. "Dal 4 agosto sarò libera, avrò scontato la mia pena. Voglio solo far sapere che ho pagato quello che dovevo pagare – continua Tiziana – nonostante io sia innocente. Non c’è stato un giorno nel quale non abbia pensato alla mia Maria. Il mio cuore è ancora ferito, non guarirà mai". Era il 5 aprile del 2004 quando il biturgense Giorgio Giorni (condannato all’ergastolo in via definitiva), secondo l’accusa stuprò e uccise la bambina che le aveva consegnato la madre Tiziana. La Deserto venne arrestata nel 2012 quando la condanna divenne definitiva.

"In carcere mi sono ammalata – racconta ancora Tiziana – soffro di crisi d’ansia, sbalzi d’umore e forte tachicardia. Per questo percepisco un’invalidità civile. Ho ricevuto due encomi dal magistrato di sorveglianza per buona condotta, ho lavorato in carcere come porta-vitto e ho partecipato alle attività teatrali. Ma sono stati dieci anni durissimi". La Deserto ai domiciliari è stata ospite della madre, poi nella comunità alloggio dove si trova tuttora. Alla donna sono stati riconosciuti dal tribunale 90mila di indennizzo per il sovraffollamento carcerario: "Serviranno per il pagamento delle spese processuali e del soggiorno in carcere", sottolinea l’avvocato Giancarlo Camassa che ora assiste la donna.

L’omicidio di Maria fu una vicenda tremenda che sconvolse l’Italia intera e che ancora tra la Valtiberina toscana e l’Altotevere umbro tutti ricordano bene. La bambina era morta per le lesioni dovute alle botte e agli abusi sessuali subite dal Giorni, all’epca dei fatti "rampante" imprenditore di Sansepolcro sul campo dell’edilizia che aveva intrecciato una relazione con Tiziana Deserto, sposata con Massimo Geusa, un giovane operaio di Erchie. Era il 5 aprile 2004 quando Giorni portò la bimba al Pronto soccorso dell’ospedale Città di Castello. Qui raccontò le prime bugie. Disse che era caduta.

Dopo poche ore la bimba morì e cominciò ad emergere la terribile verità. Giorni aveva conosciuto la coppia a Latiano e con Tiziana era iniziata una relazione: lui dedicava molta attenzione alla bimba e per abituarla al nuovo compagno la donna era solita affidarla spesso all’imprenditore. L’ultima, la mattina del 5 aprile. Giorni la va a prendere e la porta con sé. Alle 10,30 telefona alla Deserto, dicendo che la piccola non sta bene e che l’aspetta ai giardinetti. In effetti i due si incontrano. Lei dà una occhiata a Maria che si trova sul sedile posteriore e torna a casa. Verso le 13 Giorni porta la piccola in ospedale. E’ in condizioni disperate. I medici non riescono a strapparla alla morte. L’autopsia accerta che la piccola ha subìto violenze di ogni genere.