La legge dei due euro: benzina alle stelle

Solo tre distributori sotto la soglia. La forbice del pieno spazia da un massimo di 136 al servito ad un minimo di 117 al self. Risale il diesel

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di Alberto Pierini

Sono rimasti in tre: tre distributori in tutta la città a chiedere meno di due euro per un litro di benzina. Anzi verde, esattamente come l’espressione degli automobilisti. Sono rimasti in tre: ma uno si posiziona a 1.999, che della soglia fatidica ha tutto meno che l’impatto psicologico, gli altri due viaggiano appena sotto. E’ l’odissea dei carburanti. Esplosa ai primi di marzo a suon di proteste, in particolare capitanate dai Tir e legate al prezzo del gasolio. Ma che mai, neanche allora, era arrivata a queste punte esasperate di prezzi. Neanche allora quando ancora non c’era stato il taglio alle accise: ridando ossigeno agli impianti, che di sicuro sull’escalation delle tariffe non guadagnano, e agli automobilisti, usciti stremati dalla prima fase della guerra.

Ora si riparte: e si riparte male. Le quote sono davvero vertiginose: 38 distributori su 41 oltre i due euro. E alcuni oltre non di poco. L’impianto più caro segna un 2.069 al litro, quello più economico si "ferma" a 1,964. Il tutto disegna una forbice più ampia di quanto non si immagini.

Prendiamo ad esempio il pieno: il nostro pieno classico da 60 litri applicato alla classica utilitaria. Con la quota massima la spesa si attesa a 124 euro: una corsa rovinosa verso il tetto massimo che era stato raggiunto a marzo, quello dei 135 euro. Con la soglia minima ci attestiamo a 117,8 euro. Tutto in un quadro che ci vedeva meno di un anno fa, nel luglio del 2021, sotto comunque i cento euro, sia pur di poco, e nel gennaio precedente a 85. Un triplo salto mortale, un aumento del 45%, roba da far impallidire le stangate del gas e della luce.

E che cominciano a lanciare un’ombra anche sulla stagione estiva, dove i movimenti sono fatalmente superiori. La forbice diventa poi larghissima se metti in campo il servito, che non sembra ma resta una scelta non irrilevante, in particolare tra le persone anziane e non solo: servito che nel capoluogo tocca la quota di 2.279 euro al litro. Per un pieno il cui prezzo finale è di 137 euro: il 14% in più del prezzo minimo (si fa per dire...) e il 5% in più di quello medio.

E non è tutto. Chi si trovasse con la spia accesa in autostrada si prepari a mettere mano al portafogli. Il prezzo arriva al self fino a 2,1 e nel caso del servito si muove tra 2,3 e 2,4.

L’altro mondo è quello del diesel. Neanche una settimana fa segnalavamo una tenuta del prezzo, che era tornato in fascia inferiore dappertutto rispetto alla verde. Lo è ancora ma in una settimana la spinta verso l’alto è già scattata. Ormai ci sono distributori ad un pelo dai due euro, il fatidico 1.999, e tutti sopra quota 1.9 con l’eccezione di tre impianti. Anche qui ricominciamo da tre, in una caccia all’ultimo filo di risparmio possibile, in un quadro che è sempre più esplosivo.

E nel quale anche nel caso del diesel si interpone la soluzione del servito che non lascia scampo;: il prezzo, con pochissime eccezioni, in questo caso è ben sopra i due euro. Per non parlare del diesel arricchito, ormai in orbita.

Regge, con una sola eccezione, il metano: un picco oltre i due euro, come era successo mesi fa e gli altri poco sopra 1.5, per la soddisfazione di chi ha fatto nel tempo questa scelta di risparmio e che aveva rischiato di vedersela bruciare in mano. E il nostro pendolare per Firenze? Chi faccia la tratta da qui al capoluogo 5 giorni alla settimana, 170 quotidiani di andata e ritorno, circa 3600 in un mese? Con un’auto che consumi 15 chilometri al litro, la spesa comincia ad avvicinarsi a 500 euro al mese. Tra poco rimarranno in tre a poterselo permettere: e il cerchio si stringe.