La Fiera riapre ai banchi le vie tagliate dalla mappa: piazza Grande, "sfrattati" delusi

Ripristinate appieno via dell'Orto e via Ricasoli per non rimandare indietro gli operatori arrivati. I personaggi, l'impatto della folla: ma gli incassi non decollano

La Fiera di Natale 2019

La Fiera di Natale 2019

Arezzo,1 dicembre 2019 - Il bello delle regole è violarle alla prima occasione. La Fiera antiquaria si coccola il nuovo percorso, quello varato dopo mesi e mesi di incontri, marce indietro e dubbi. E poi lo rimette nel cassetto. E’ la Fiera di Natale, quella gomito a gomito con il mercatino tirolese. E tutto cambia d’incanto. Intanto la zona sotto il palazzo vescovile è strapiena fino all’uscita dalle scale mobili.

Tra i «forzati» c’è Giovanni Papini, uno dei pionieri dai tempi di Ivan Bruschi, e capisci che lassù è un leone in gabbia. «Ma che posizione è» brontola a oltranza. E su richiesta ti spiega anche il motivo. «Da qui entrano tutti: ma se vai ad una Fiera prima la giri e poi decidi se comprare qualcosa. Qui chi ci torna?». In effetti provi a vedere di nascosto’effetto che fa.

Dalle scale mobili si rovescia il mondo, ma è un mondo fatto soprattutto di gruppi compatti e comitive. Negli occhi la calamita del mercatino tirolese, i mobili antichi, le stampe, i gioielli della nonna sembrano più sassi d’inciampo che vere attrazioni. E’ la Fiera del Natale tirolese. Ma anche una Fiera che in barba alla mappa riapre tutte le zone ormai interdette.

Via dell’Orto sfoggia la sua sequela di banchi no-stop. Piazzetta Madonna del Conforto, da qualche edizione dimezzata nelle presenze, viaggia al tutto esaurito. E rinasce, come la Parigi di Woody Allen o la Belle Epoque del recente film, la via Ricasoli dell’antiquariato. Piena fino alle scale della Soprintendenza, per la gioia del bar di fronte, che cominciava a sentirsi orfano.

Nella Fiera «mutilata» si torna oltre i 260 banchi, una quota che non si toccava da mesi. E questo grazie alla carica degli spuntisti, che arrivano in forze e che nessuno se la sente, su indicazione della Fondazione, di mandare via senza fargli scaricare il camion. Vendere è un’altra cosa. La folla è folla ma per un giorno ha occhi per tutto quello che fa Natale. L’Antiquaria ci prova in tutti i modi: in Guido Monaco il primo banco è una carrellata di personaggi del presepe da far invidia a Napoli. Gli addobbi non sono mai tanto numerosi.

E ci sono anche chicche di straordinaria qualità, come nella ritrovata via Cesalpino che trainata dalla entusiasta Giusy di «Dettagli d’Arredo» apre nuove vetrine e moltiplica gli spazi: in testa quel Camere Civico 15 di Silvia Ciarpaglini, nel quale si nascondono vintage e artigianato che non trovi in tutto il centro. Però alla fine i conti non tornano come al solito. Perché il grande passeggio tra i banchi solo raramente si trasforma in acquisti veri e propri.

Gli sfrattati da piazza Grande si lamentano più o meno come Papini. Quelli di via Seteria sono costretti a saltare un turno. In compenso la Fiera salva buona parte dei protagonisti di via Vasari, che sfoggia un’edizione quasi normale.

E nel chiostro della biblioteca i gioielli tengono banco: ognuno attento a indicare con cura i prezzi, perché sotto Natale è una scelta che paga. All’ingresso due vigilantes: di guardia al chiostro, di guardia alla città di Natale, di guardia ad un successo dal quale il centro non vorrebbe mai svegliarsi