La fa in pieno giorno davanti a Porta San Lorentino: ripreso, si pulisce e se ne va

"Water" a cielo aperto: c'è chi paga il parcometro ad un metro e fa finta di nulla. Il video del degrado diventa virale. Il precedente di piazza Giotto

Fa i bisogni al'aperto: ripreso

Fa i bisogni al'aperto: ripreso

Arezzo, 23 agosto 2019 - La scena, nel suo squallore, è anche surreale. Quasi un minuto di immagini che ieri sono balzate di cellulare in cellulare grazie alla rapida (e anonima) «catena» di Whatsapp. Un uomo in maglia bianca si cala i pantaloni, si china e fa i suoi bisogni in pieno giorno: «Sono le 9 di mattina», commenta chi sta girando il video con il suo smartphone a qualche decina di metri di distanza.

Non succede in un angolo isolato della periferia o all’ombra di una siepe in campagna ma a due passi dalle mura medievali, dietro l’edicola di Porta San Lorentino, con la visuale aperta dal parcheggio a pagamento che costeggia via Benedetto Varchi. «Non ne posso proprio più, io la faccio qui»: vengono in mente le parole della buffa canzone di Pippo Franco datata 1979 come colonna sonora della triste vicenda.

Ma in questo caso non c’è un figlio dispettoso e insistente che chiede di essere accompagnato al bagno nelle situazioni più complicate per un padre, c’è un adulto che dà scandalo, nonostante che a due passi ci siano bar e negozi aperti a cui poter comodamente chiedere la cortesia di usare i servizi. Ironia della sorte, proprio nella zona scelta dall’uomo per evacuare, diversi anni fa, c’erano dei bagni pubblici seminterrati ma sono stati sigillati con il cemento e mai più riaperti.

L’abitudine a non sorprendersi più di nulla è diventata ormai un tratto dominante del nostro tempo: non solo c’è solo chi riprende e commenta a debita distanza, c’è anche chi si avvicina al parchimetro che si trova davvero a un paio di metri dal water immaginario e mentre paga il biglietto per la sosta non fa, apparentemente, una piega. Il nostro si è appena «liberato» e porta un fazzolettino di carta alle terga, rivolte verso il semaforo. Si accorge dell’automobilista che sta pagando con la coda dell’occhio, lo fissa un attimo con imbarazzo ma poi continua la sua personale toilette, finendo di pulirsi e tirandosi su i pantaloni come nulla fosse.

Non è la prima volta che episodi del genere vengono documentati. Nel luglio di cinque anni fa fecero scandalo un paio di episodi analogo avvenuti in piazza Giotto. Prima un ignoto passante usò le fontanelle come personale bidet, qualche giorno dopo un ospite della mensa Caritas (forse la stessa persona) si chinò e andò di corpo a fianco della scalinata della chiesa del Sacro Cuore.

Situazioni, come quella avvenuta a San Lorentino, che vanno ben al di là del comune senso del pudore e che oggi sono facilmente documentabili con uno smartphone sotto mano. Non c’è da mettere all’indice chi è emarginato o in una situazione di chiaro disagio sociale. Però un’altra volta il limite della decenza, che nella vita dovrebbe contare per tutti, è stato davvero superato. Lì, a fianco della porta più bella che dà accesso al centro storico.