"Lavoro la terra per la sua modestia che la associa alle forme d’arte più popolari. Non sono mai stata fanatica delle grandi manifatture create per principi o nobili. Le ceramiche che ho più guardato e ammirato sono la ceramica giapponese, quella africana, messicana, indiana. Dove c’è una sorta di disinvoltura, lì trovo quello che mi attira": così la ceramista Fanette Cardinali parla del suo modo di concepire il suo lavoro creativo. L’artista, nata a Parigi e oggi residente fra Città di Castello e Chiusi della Verna, è la protagonista dell’evento espositivo che ha aperto i battenti a Sansepolcro sabato scorso nella Sansepolcro Art Gallery aperta pochi mesi fa da Marcello Medici e Stefano Vannini. Conosciuta e molto apprezzata ben oltre i confini della Valtiberina, l’autrice ha un approccio con le terre da modellare che è al tempo stesso concreto, audace, sperimentale ma in qualche modo anche primordiale. Fanette Cardinali rispetta ed esalta la terra madre, con un’espressione sincera e affettuosa verso i materiali che predilige. E’ una testimone contemporanea di un’arte antichissima, probabilmente la prima ad essere praticata dagli esseri umani.
Questa radice profonda si percepisce nettamente negli oggetti che crea, una selezione dei quali sarà presente fino all’8 dicembre in una mostra assolutamente da vedere.