La benzina vola, i consumi tengono Un cliente su 5 pendolare del pieno

Saltati gli ultimi residui caposaldi sotto i 2 euro, la verde su metà degli esercizi ha superato quota 2,1. Anche per il diesel tutti sopra la diga. Milighetti: "Il 20% degli automobilisti viaggia a caccia di occasioni"

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di Alberto Pierini

È saltato anche l’ultimo caposaldo, pur fragile come una parete di cartongesso. Era rimasto un solo distributore a sventolare la bandiera di chi non supera i due euro: naturalmente sul diesel, per la benzina ormai era un tetto superato perfino dalla memoria. Ha dovuto convertirsi anche lui. Anche se a ruota un paio di distributori hanno aperto un nuovo spiraglio. Ma certo il colpo d’occhio è monocolore, come i governi balneari della prima repubblica. Eppure...

"No, per ora i consumi tengono: anche se stiamo passando una fase talmente convulsa da impedirci di trarre qualsiasi conclusione". Marino Milighetti non è solo il presidente provinciale e regionale dei benzinai di Confcommercio. E’ soprattutto un gestore con un’esperienza talmente lunga da non riuscire a stupirsi più di niente: anche se conferma per primo di attraversare mesi ed anni mai visti nel mondo delle pompe di benzina.

"I consumi stanno tenendo malgrado tutto: a cambiare è l’approccio dei clienti agli impianti di servizio".

Sta saltando la fedeltà ad un volto e ad un punto riferimento: una tendenza tutta italiana, tra l’altro, perché in gran parte dell’Europa gli impianti sono quasi esclusivamente self service e raramente snodo per i mille servizi richiesti dagli automobilisti. Ma il prezzo in ascensore riesce a scardinare anche i comportamenti.

"C’è almeno un 20% di automobilisti che ormai non hanno un distributore fisso ma girano secondo i prezzi al litro". I pendolari del pieno, con una grande dimestichezza con gli osservatori nazionali che di giorno in giorno riportano le nuove tariffe. E che in base a quelle tentano di resistere all’onda.

Una linea che Milighetti non contesta. "E’ chiaro che il cliente è libero e ha tutto il diritto di andare dove ci sono possibilità di risparmio: ma ormai siamo ai millesimi e non ai centesimi di differenza. E il rischio è di spendere di carburante più di quanto non si riesca ad ottenere con un prezzo leggermente agevolato". Ci vorrà il pieno per andare a fare il pieno? E’ uno dei paradossi di fronte ai quali la curva dei rincari ci sta mettendo e non sarà l’ultimo.

La proroga del taglio alle accise per ora consente di non pagare la verde, perfino al self service, 2,4 o 2,5, prezzi che in autostrada cominci a vedere tra i numeratori. Ma è chiaro che il filone imboccato è un vortice.

Già ora negli impianti di servizio della città è quasi impossibile trovare un benzinaio che venda la verte a meno di 2.05, tariffa che in pratica fotografa la media dei prezzi. Ma già metà circa degli impianti hanno risalito quota 2,1.

Non solo: il famoso servito, voce che a volte rischiamo di definire residuale, è più diffuso di quanto non si pensi. Un po’ tra gli anziani, un po’ tra chi non si rassegna a completare il pieno da solo. E in città parte ormai da 2,34 euro al litro, in autostrada da 2,5: quota che non avremmo mai pensato di raggiungere.

La forbice con il diesel resiste quasi dappertutto ma i due valori, sempre e comunque sulle praterie oltre i due euro, si vanno avvicinando fino a differenze che davvero sono di pochi millesimi.

Allarghiamo lo sguardo sulla provincia? A parte alcuni distributori i cui prezzi risalgono a mesi fa e quindi potrebbero non essere aggiornati, c’è un solo impianto in Valdarno sotto i 2 euro per la verde; ma lì, sulla soglia magica di 1,999. E ce ne sono meno di una decina sul gasolio, tra Valdarno e Valdichiana, ma comunque sempre sul filo dei due euro. Certo, chi lancia la caccia all’occasione tiene gli occhi aperti: ieri ad esempio si sono aperti due nuovi spiragli proprio in città con il diesel un millesimo esatto sotto i due euro. Pescare quel millesimo è diventato lo sport del giorno. L’inferno brucia ma in fondo resta divertente.