L'ospedale svolta: ritorno a casa, blocco ambulatori, maxi-rianimazione

Rientro al S.Donato tra 10 giorni. Prelievi al Baldaccio, 30 posti di terapia intensiva, nuovo hospice. Cup over 65? D’Urso: «Parola alla città». Piano recupero Pionta

Antonio D'Urso al San Donato

Antonio D'Urso al San Donato

Arezzo, 29 maggio 2020 - Dal 3 giugno riapre il Cup, quello dei faccia a faccia tra pazienti e impiegati. Ma la sua grande tentazione è di limitarlo solo agli over 65 e addirittura vietarlo sotto i 50 anni. «Chi ha una minima dimestichezza con il digitale non avrà alcun problema». Ma non deciderà da solo. «Voglio sentire la città e soprattutto confrontarmi con il sindaco».

Il direttore della Asl Antonio D’Urso, in sintonia con la direttrice della rete Monica Calamai, marcia a tutta velocità verso la fase 2 dell’ospedale: e un po’ anche verso la 3, le scelte strategiche non possono che partire da ora. Il rientro delle chirurgie ha fissato la «sveglia» all’otto giugno; generale, senologia, urologia, otorino, ginecologia e vascolare si chiuderanno alle spalle le porte del Centro Chirurgico.

Mossa anticipata di una settimana. Più che un ritorno è un grande rimpasto. Si va verso un blocco unico per gli ambulatori. Concentrati nella stessa ala dell’ospedale. Sarà la prima scala ma su questo il direttore non conferma. «Lo decideremo con i professionisti». In realtà la mossa tiene conto anche dei problemi antisismici: l’ala, beninteso, è in sicurezza ma costruita con i criteri di tanti anni fa.

Se fosse necessario aggiornarla, sarebbe molto più facile trasferire degli ambulatori che non zone di degenza. E la parola d’ordine del nuovo San Donato sarà quello dei percorsi, e non perché è un anello infinito. «Cominceremo ad avvicinare il blocco operatorio alla degenza chirurgica». Solo l’inizio: perché lo stesso ragionamento dovrebbe essere portato avanti con la cardiologia,sorta d percorso cuore. Due angiografi nella fase intermedia saranno al servizio della cardiologia. E la stessa linea sarà quella della medicina: da affiancare a geriatria? E’ l’ipotesi più probabile.

Intanto la rianimazione, dimesso l’ultimo malato Covid, viaggia verso il rafforzamento. «Sono aumentati i parametri per abitante: arriveremo ad altri 18 posti oltre ai dodici che c’erano». Totale 30 tra terapia intensiva e subintensiva. Di fondo una priorità. «Davanti all’emergenza abbiamo svuotato l’ospedale: questo non si dovrà ripetere in caso di seconda ondata, la struttura sarà pronta a reagire in tempi brevi».

Centro oncologico confermato nella palazzina Calcit. L’Hospice? «Per ora resta nell’ottima sede provvisoria individuata: poi ne avrà una nuova». O del tutto o frutto di una valorizzazione degli immobili del Pionta. «Ma si tratta di verificare se ne esistono le cubature e i presupposti».

Centro prelievi sempre più al Baldaccio, anche se in proposito sospende la risposta. Ma sarebbe pronto per un trasferimento anche in tempi brevi? «Sì, è strutturalmente possibile»: il tutto sullo sfondo della grande casa della salute. All’esterno anche il Modica e i servizi igiene e prevenzione.

Gli screening oncologici ripartono all’interno, il recupero delle visite arretrate è a buon punto.Le nuove prenotazioni al via dal 15 giugno. Il robot Da Vinci a quel punto sarà già al suo posto: lo rioccuperà il 5. Pronto con i suoi «tentacoli» a ricucire il presente e il futuro della sanità aretina.