Arezzo, 13 giugno 2018 - Si sciolgono ma non in silenzio. Un attacco frontale duro all'Istituzione Giostra e a chi guida le sorti della manifestazione. Firmato da nomi che nell'evento hanno avuto via via un ruolo importante: e che si erano uniti in un'associazione "Amici della Giostra".
Una lettera firmata da Giancarlo Felici, in nome dell'attuale gruppo di lavoro: Giorgio Marmorini, Paolo Nocentini, Sergio Nasi, Vittorio Beoni e Marco Rosati.
"Ad Arezzo sono stati tutti messi da parte, anzi è stato dichiarato che non hanno titolo per imporre le proprie idee. La Giostra oggi è ingessata in una Istituzione che si è dimostrata un soggetto giuridico che non ha mai svolto le funzioni che ne avevano giustificato la creazione. Ha fallito sotto il profilo organizzativo, economico e soprattutto per la qualità del risultato finale".
Rivendicano di aver sempre fiancheggiato e seguito le direttive indicate dall'Istituzione. "Nessuno ci ha mai contattato e siamo quindi arrivati alla conclusione che ognuno ha la sua dignità che deve proteggere: noi abbiamo perso una scommessa ma l'amministrazione comunale non ha vinto".
Garantiscono che come singoli e privati continueranno a dare il loro contributo. E si rivolgono direttamente al sindaco. "Lei come primo cittadino si deve assumere la responsabilità diretta della Giostra, come fanno i suoi colleghi di Siena, Ascoli e Foligno. Le deleghe non servono, si contorni di uomini capaci, formi commissioni competenti, faccia le regole giuste e inattaccabili e suia severo con chi non le rispetta. Oggi l'Ufficio Giostra non esisrte e dobbiamo ringraziare la signora Rossella se si fa la Giostra".
E poi tornano ai loro cavalli di battaglia. "Diventeremo adulti quando toglieremo le reti al pozzo, non disturberemo il corteo e i giostratori e non andremo a fare la premiazione su un terrazzino privato".
Nel corpo della lettera ricordano i fondatori di questa realtà: Vittorio Beoni, Mauro Castelli, Gianfrancesco Chiericoni, Carlo Cigna, Giancarlo Felici, Giorgio Marmorini, Piergiuseppe Migliorini, Sergio Nasi, Paolo Nocentini, Carlo Polci, Paolo Pratesi e Daniele Severi. "Tutti messi da parte"