Katia, clima da soluzione vicina. La famiglia: diteci tutta la verità

Altri elementi incastrano il killer. Tracce organiche vicine al corpo

LA VITTIMA Katia Dell’Omarino aveva 40 anni

LA VITTIMA Katia Dell’Omarino aveva 40 anni

Arezzo, 14 settembre 2016 - LA FAMIGLIA di Katia Dell’Omarino è impaziente. Mamma Rita, il fratello Paolo e la cognata della quarantenne uccisa, dopo giorni in cui il mistero sembra alla svolta, si sono di nuovo rivolti al loro legale, avvocato Anna Boncompagni, per sapere a che punto sono le indagini. Come è noto, manca davvero poco per l’attesa svolta, con l’assassino che ha ormai il fiato sul collo degli inquirenti. Si respira, soprattutto nelle ultime ore, il clima della soluzione di questo tragico evento che ha sconvolto l’estate di Sansepolcro. L’attesa è enorme: le ipotesi su chi può aver commesso questo atroce omicidio sono le più svariate. I carabinieri della locale Tenenza e i colleghi del Nucleo investigativo di Arezzo hanno però le idee molto chiare. E, presto, potrebbero davvero entrare in azione.

«TUTTI GLI SCENARI sono possibili – afferma l’avvocato Boncompagni – i familiari però vogliono sapere qual è tutta la verità e perchè la loro Katia ha fatto quella fine. Sono stanchi anche di sapere tutto quello che si sta dicendo in giro della giovane, non solo in relazione a quella sera – tra l’11 e il 12 luglio, quando la quarantenne è stata ritrovata senza vita ai margini del torrente Afra in località Montagna di Sansepolcro – ma delle sue abitudini pregresse ormai purtroppo note. Noi siamo quotidianamente in contatto con i carabinieri biturgensi, nei giorni scorsi peraltro mi sono già recata ad Arezzo per incontrare il pm Julia Maggiore che coordina l’indagine. Il nostro consulente che ha preso parte all’autopsia, il dottor Angelo Stamile, mi ha relazionato degli sviluppi sul piano scientifico. Insomma, esistono tutte le condizioni per dare delle risposte certe alla famiglia e alla collettività».

Sull’identità del killer ovviamente non si sa nulla; da più parti, però, rimbalza l’indiscrezione che l’uomo possa essere tra i clienti del bar di via Aggiunti che Katia frequentava soprattutto dal lunedì al venerdì.

QUELLA SERA, di ritorno da Lama, la ragazza poco dopo la mezzanotte potrebbe essere transitata di nuovo nel centro di Sansepolcro (era già stata notata dai titolari del locale intorno alle 22,30) per incontrare quello che si è poi rivelato come il suo carnefice. I due, raggiunte le colline a ridosso del centro urbano del capoluogo della Valtiberina, hanno poi consumato un rapporto sessuale non completo. Su questo aspetto c’è un’altra novità dell’ultim’ora: durante l’esame autoptico, il Dna ritrovato all’interno della bocca e sotto le unghie di Katia apparterrebbe alla stessa persona. Ma non solo: nel luogo del delitto e quindi ai margini del torrente Afra, gli inquirenti – nel corso della loro scrupolosa analisi della scena del delitto – hanno repertato non solo fazzolettini con il sangue della quarantenne, ma altri con lo sperma che corrisponde a quello trovato sul corpo di Katia. Elementi, questi, determinanti per incastrare il killer e metterlo difronte alle sue responsabilità.

di FABRIZIO PALADINO