Jack, il gigante buono che amava lo sport: schianto mortale, chi era la vittima

L’allenatore di rugby e il titolare della palestra frequentata da Giacomo Parati: "Un ragazzo fantastico, era sempre in mezzo agli amici"

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Arezzo, 26 settembre 2021 - Lo chiamavano tutti Jack, abbreviando il nome all’inglese. Giacomo Parati, 41 anni, era l’amico sul quale potevi contare sempre, quello che non si tirava mai indietro se c’era da andare a mangiare una pizza insieme, quello che aveva una buona parola per tutti e che non alzava mai la voce. La persona giusta per sfogarsi e farsi dare un consiglio prezioso quando la vita presenta una di quelle salite che sembrano insormontabili.

Il gigante buono di Santa Firmina era tornato da poco da una vacanza in Sardegna. Lavorava per Aruba, colosso aretino dell’informatica, ma era soprattutto conosciuto per la sua passione per lo sport e per le moto. Sul suo profilo Facebook appaiono molte foto che lo ritraggono mentre gioca a rugby o frequenta la palestra Space. Il ricordo di chi lo ha conosciuto e che adesso lo piange dopo lo spaventoso scontro di Renzino non può non parlare della sua passione per lo sport a tutto tondo. Praticato per anni a livello agonistico come tallonatore e pilone prima del Vasari Rugby e poi degli Arieti. Sport abbandonato intorno al 2016 ma che gli aveva lasciato un bagaglio di lealtà, senso di responsabilità, rispetto dell’avversario, spirito di sacrificio e impegno che entra nel Dna di chi insegue la palla ovale.

Paolo Casalini è stato l’allenatore di una delle più belle avventure sportive di Giacomo, la conquista del campionato di serie C con gli Arieti. "Era il 2014 e contro ogni pronostico vincemmo quel campionato – ricorda Casalini – Giacomo era un bravo giocatore in un ruolo, come quello del pilone, che è fondamentale in ogni squadra. Ma Giacomo era soprattutto era l’uomo che ogni allenatore sogna di avere nel suo spogliatoio: quello che non dice mai una parola fuori posto, quello capace di tirare su un compagno scoraggiato con un semplice gesto, quello che con la sua silenziosa saggezza smussava gli angoli di qualsiasi contrapposizione. Non ho un solo ricordo negativo di lui, e non lo dico perché non c’è più. Sono sconvolto".

Abbandonato il campo da rugby, Giacomo Parati si era concentrato sul fitness e da sempre frequentava la palestra Space di via Righi. Il titolare Andrea Barbini non si dà pace: "Non ci posso credere – sospira – Giacomo era uno di noi, una persona che consideravamo di famiglia. Venerdì sera aveva partecipato all’ennesima pizzata organizzata dagli amici del suo gruppo. Aveva fatto fit boxe, pesistica e negli ultimi tempi si era concentrato sul circuit training con le istruttrici Nadia e Linda. Impossibile raccontare chi era con un ricordo o un episodio. Veniva quasi tutte le sere, almeno 3 o 4 volte alla settimana. Sempre misurato, sempre educato, sempre pronto a condividere momenti di divertimento con gli amici, anche fuori dalla palestra. Ci mancherà tremendamente".