Maxi-frode sull'Iva, giro d'affari da cento milioni e sequestri per 10: scambi ai caselli

Presunta frode nella compravendita di metalli preziosi. Operazione della guardia di finanza tra Arezzo, Grosseto, Caserta, Milano, Piacenza e Roma

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Arezzo, 3 agosto 2022 - Maxi operazione della guardia di finanza di Arezzo. Le fiamme gialle hanno eseguito un sequestro preventivo di beni da oltre 10 milioni di euro - tra immobili, auto d'epoca, moto e rapporti finanziari - nelle province di Arezzo, Grosseto, Caserta, Milano, Piacenza e Roma. L'inchiesta coordinata dalla procura aretina riguarda una presunta frode all'Iva nella compravendita di metalli preziosi

Le indagini

Al centro delle indagini, spiega una nota delle fiamme gialle, un'organizzazione con base operativa ad Arezzo ma ramificata anche in altre regioni, "dedita alla commissione di una pluralità di delitti, che vanno dalla frode fiscale, realizzata mediante l'evasione dell'Iva derivante dalla compravendita di metalli preziosi, per un giro d'affari di circa 100 milioni di euro, all'autoriciclaggio dei proventi illecitamente accumulati".

Le aziende nel mirino

Il provvedimento è stato disposto nei confronti di persone fisiche e società. La frode sarebbe stata realizzata attraverso le cosiddette società 'cartiere' con "vorticosi scambi intercorsi fra tre" aziende "con sede in Toscana, Campania e Lombardia" che in 4 anni, dal 2018 al 2021, avrebbero "ceduto ingenti quantitativi di metalli preziosi, in particolare, oro e palladio, ricorrendo a false fatturazioni.

I sequestri

Durante le indagini sequestrati anche 12 kg di metalli e oltre 30.000 euro in contanti. Di rilievo poi un sequestro effettuato a maggio, "quando l'autovettura di uno dei membri dell'organizzazione è stata 'pedinata' "lungo l'autostrada da Arezzo a Milano dove è stata scattata la perquisizione, con il rinvenimento di 8,5 kg di palladio, valore circa 700.000 euro, trasportati senza documentazione giustificativa dell'origine".

Gli indagati

Complessivamente - spiegano le fiamme gialle -, sono state 'tracciate' e ricostruite ulteriori 13 'consegne' di metalli preziosi 'in nero'  che avvenivano, di solito, presso svincoli autostradali. All'esito delle indagini la magistratura ha emesso un provvedimento cautelare sui beni riconducibili a 8 indagati, tra amministratori di fatto, 'corrieri' e semplici 'prestanome', ritenuti partecipi, a vario titolo, del "sodalizio criminale", residenti nelle province di Arezzo, Milano, Roma, Caserta, Napoli e Matera. Contestazioni sono state mosse anche nei confronti di due società, segnalate all'autorità giudiziaria.