"Investimenti sui progetti scuola-lavoro" Le richieste degli studenti al ministro

Il senatore Riccardo Nencini lancia gli Stati generali dell’Istruzione con l’avallo del ministro Patrizio Bianchi nella sala della prefettura. Nell’Aretino il 25% di insegnanti è precario mentre circa 5mila giovani rischiano la dispersione scolastica

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Se ne stanno in silenzio nelle ultime file. Tra il pubblico. Ascoltano la platea di relatori che parlano di loro, degli studenti. I veri protagonisti. Del futuro della scuola. C’è un’intera classe dell’Istituto Piero della Francesca presente. A nome di tutti parla Stefano, a margine del convegno per lanciare gli Stati Generali della Scuola, voluti dal senatore Riccardo Nencini arrivato in città proprio per l’iniziativa sulla Conferenza nazionale sulla scuola prevista per la primavera con l’avallo del ministro Patrizio Bianchi.

"Siamo qui perché ci incuriosiva l’iniziativa, ed è un’occasione per sentire parlare il ministro dell’istruzione, magari riusciamo a parlarci anche noi", racconta. Per dire cosa? I ragazzi non hanno dubbi su quali possano essere le richieste per Bianchi: "Vorremmo dirgli di investire di più sul progetto scuola-lavoro. Il nostro indirizzo, scienze applicate, più che altro serve a prepararci per l’università, ma studiamo lingue e questo è un territorio che lavora con l’estero. Abbiamo avuto esperienze di scuola lavoro, ognuno di noi ha scelto l’azienda nella quale fare esperienza. Ma crediamo che possano essere incrementate, non sarebbe male avere uno sbocco lavorativo subito, una volta finita la scuola". Per costruire subito un futuro.

La scuola, i suoi problemi, la ripartenza e la necessità di cambiare sono i temi al centro dell’appuntamento in prefettura. E i temi nazionali – dispersione, strutture che hanno sulle spalle un minimo di 45 anni, transizione tecnologica – ribaltate sul territorio Aretino consentono un bilancio in chiaroscuro.

Tanto per fare alcuni numeri la provincia fa registrare un alto tasso di abbandono scolastico: le scuole di Arezzo rischierebbero di perdere circa 5mila studenti se guardiamo ai dati toscani della dispersione scolastica pari all’11,7%: un dato che, anche se migliore della media nazionale, rischia inevitabilmente di aver subito gli effetti dell’ultimo difficilissimo periodo di pandemia.

Mentre il 25% del personale docente è precario; molti istituti necessitano di interventi corposi per essere messi in sicurezza. "E’ un momento importante per fare il punto sulla situazione e una riflessione strategica ed approfondita sulla scuola. Sin dal mio insediamento come presidente della Provincia ho avuto subito chiaro che erano necessari interventi forti per riqualificare e dare dignità agli studenti garantendo strutture moderne e sicure al passo con i tempi – il discorso di Silvia Chiassai Martini - . Ho ereditato una situazione incancrenita, una carenza cronica di spazi, che è diventata non più rimandabile anche per la pandemia". Il provveditore Roberto Curtolo ha ricordato la risposta della scuola durante la pandemia: "Non siamo stati mai fermi, grazie ad abnegazione, capacità di resistere alle avversità e adattarsi. Questi anni di pandemia hanno dimostrato la centralità dell’istruzione". Per Lucia Tanti "ci sono due i legami da sviluppare con maggior forza: quella con le comunità e le connessioni con il mondo del lavoro". Il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd, ha portato l’attenzione sulle aree periferiche e di montagna: "È importante garantire i presidi scolastici in queste aree con la revisione della normativa per la definizione dei plessi scolastici e delle classi". Il consigliere ha ricordato il ruolo ‘sociale’ della scuola, oltre che educativo, e ha consegnato al ministro Bianchi la mozione approvata dal Consiglio regionale della Toscana proprio per salvaguardare i presidi nelle aree disagiate.