Intossicati dal gas in chiesa: prete in ospedale

Catechesi con 17 persone: il parroco crolla, sviene anche una fedele. Portati a Careggi in camera iperbarica, altri 5 chiedono aiuto nella notte

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di Simona Santi Laurini

La paura in fondo ad una preghiera. E l’allarme che scuote la Valdichiana. Monossido di carbonio in chiesa. Sono già migliorate le condizioni di don Benito Chiarabolli, 84 anni, parroco della chiesa di San Bartolomeo a Pergo di Cortona e della fedele di 52anni rimasti intossicati proprio a cause delle esalazioni di monossido di carbonio, provenienti da due riscaldatori a gas. I due hanno accusato un malore e, soccorsi dal 118, sono stati trasferiti prima all’ospedale della Fratta e poi a Careggi in camera iperbarica.

Salvo complicazioni, oggi dovrebbero essere già dimessi. Ma facciamo un passo indietro e vediamo esattamente cosa sia avvenuto nella frazione cortonese. Mercoledì sera intorno alle 23. Dopo cena, in chiesa, intorno alle 21 arrivano 17 persone, compreso il parroco, molto noto nel cortonese, e il diacono di Terontola Tommaso Condello, per fortuna un medico, per prendere parte ad un momento di preghiera e riflessione.

Al termine, proprio il diacono si è rivolto al sacerdote, per invitarlo alla benedizione finale, ma don Benito non riusciva ad alzarsi, dando la colpa alle ginocchia. Ma è apparso strano, pallido e debole, tanto che ha preferito andare nella sua abitazione. Visti i sintomi, nausea e giramenti di testa, il diacono ha voluto allertare subito il 118, giunto sul posto con un’ambulanza con medico a bordo. Nel frattempo, la situazione è precipitata con una signora di 52 anni svenuta nel piazzale antistante la chiesa. E’ partita la chiamata ad una seconda ambulanza ed è scattata la procedura Asl per le maxi emergenze, visto il numero di fedeli presenti in chiesa.

Allertati anche i vigili del fuoco di Tavarnelle che hanno verificato la presenza di monossido di carbonio, che ha provocato i malori ed hanno così posto i sigilli a tutti gli ambienti, consigliando ai presenti di raggiungere il pronto soccorso al presentarsi di eventuali sintomi.

C’è da dire che l’impianto di riscaldamento è relativamente recente, risale a qualche anno fa: si tratta di bruciatori a soffitto, che molto probabilmente avevano già manifestato delle avvisaglie di malfunzionamento nel marzo scorso, quando tutto il coro aveva accusato malesseri durante le prove in chiesa. Ma nessuno era ricorso alle cure del pronto soccorso.

Ed ora, questo episodio, ben più grave con altre cinque persone che si sono rivolte all’ospedale S. Margherita nella notte per accertamenti e sono rimaste sotto osservazione. Una di loro ha chiamato il 118 intorno all’una di notte, le altre sono andate in autonomia, sono state sottoposte ad analisi e hanno ricevuto ossigeno.

Ieri mattina, poi, c’è stato il sopralluogo dei vigili del fuoco che hanno riaperto i locali, lasciando i sigilli all’impianto, contatore e serbatoio di gpl compresi. Nel frattempo, da Firenze sono arrivate buone nuove con il miglioramento delle condizioni dei due pazienti che già oggi sono attesi a casa. Compreso don Benito, un mito non solo in Valdichiana: era stato lui ad organizzare 30 anni fa la visita di Giovanni Paolo II ad Arezzo