"Intitoliamo una strada a Mario Bellucci", la proposta di Enzo Gradassi

"Ebbe un ruolo determinante nella lotta all'esclusione sociale, portò alla chiusura dei manicomi e fece asfaltare mille chilometri di strade provinciali". Il ricordo del presidente della Provincia nel decennio 1965-1975

Mario Bellucci

Mario Bellucci

Arezzo 14 agosto 2018 - “Intitoliamo una piazza, una strada o comunque un luogo pubblico a Mario Bellucci, presidente della Provincia di Arezzo dal 1965 al 1975”. Questa la proposta di Enzo Gradassi, scrittore e appassionato di storia aretina raccontata in libri e in mostre documentarie e che la vita amministrativa aretina l’ha conosciuta da vicino avendoci lavorato per anni. “Mario Bellucci, amministratore di assoluto rigore politico e morale, capace di fare assumere alla Provincia di Arezzo un ruolo preminente, in Italia ed in Europa, nella lotta alla emarginazione e alla esclusione sociale avviando un processo che, nel tempo, ha portato alla definitiva chiusura dei manicomi e alla restituzione della dignità ai più deboli, ingiustamente reclusi in una struttura separata dalla società - ricorda Gradassi - con il suo consiglio provinciale rifiutò il finanziamento per costruire un nuovo manicomio e scelse di impegnare tutte le risorse disponibili per la creazione per un complesso ed organico programma capace di ridurre il ricovero manicomiale e di intervenire sulle cause che favoriscono la segregazione”.

Al tempo gli amministratori che lo affiancarono su questa strada erano Bruno Benigni, Italo Galastri, Gino Ghelli della giunta provinciale, i sindaci Aldo Ducci ad Arezzo e Tito Barini a Cortona, i tecnici Agostino Pirella, Paolo Guelfi, Paolo Pesce a Franca Oneto oltre a decine e decine di operatori sociali ed infermieri che, assieme ai reclusi del manicomio, liberarono se stessi dal ruolo di carcerieri. “Come amava ricordare - continua Gradassi - si occupò sempre dei problemi reali della sua provincia: fu lui a varare un ‘piano di depolverizzazione delle strade provinciali' che portò alla totale eliminazione delle strade bianche e alla completa asfaltatura di mille chilometri di strade provinciali, a creare i Consorzi provinciali che facilitarono in seguito la nascita del Consorzio socio-sanitario, primo embrione dell’Unità Sanitaria Locale. Leale con gli avversari politici del consiglio provinciale - conclude Gradassi - condusse una serrata lotta al terrorismo, che sembrava allora dilagante, con una visione larga delle alleanze democratiche chiamate a tutelare i principi democratici e costituzionali”.