Intercettazioni Coingas, frasi choc: "Butto giù la giunta". "Su questa storia mi dimetto"

Staderini a fine maggio esplode al telefono, alta tensione sul filo consulenze. Negli stessi giorni Merelli sente puzza di bruciato e sbotta

Merelli, Staderini e Scortecci

Merelli, Staderini e Scortecci

Arezzo, 5 luglio 2019 - «No, no, io butto giù la giunta te lo dico io...io farò un casino che manco te lo sogni, manco te lo sogni». E’ il 23 maggio e Sergio Staderini, ex presidente del Coingas, non sa ancora nè dell’inchiesta che lo riguarda nè di essere sotto intercettazione, ma già il clima di fibrillazione intorno alle due consulenze per complessivi 440 mila euro che ora vengono contestate come peculato, è altissimo e lui rifiuta di fare da capro espiatorio.

E’ più o meno lo stesso periodo in cui anche l’assessore al bilancio Alberto Merelli, pure lui sotto accusa per peculato, comincia a sentire odore di bruciato. Sfogandosi con un avvocato dello studio verso il quale, secondo l’ipotesi della procura, si sarebbe fatto tramite della consulenza da 300 mila euro su cosa può guadagnare la provincia dalla quotazione in borsa di Estra, di cui Coingas è grande azionista, dà infatti palesi segni di nervosismo: «Su sta storia mi dimetto». E ancora: «bisogna uscirne in tutti i modi».

D’altronde, proprio Staderini e Marco Cocci, il commercialista cui è stata affidata l’altra consulenza da 140 mila euro, fanno allusioni esplicite al ruolo dell’assessore negli incarichi commissionati: «Se li spopperà Merelli», dicono a proposito delle perplessità dei sindaci revisori sulle somme in ballo.

Per poi aggiungere: «Visto che ha fatto la m..da che ha fatto se io Sergio devo parlar chiaramente di tutelare quell’altro...io non ci penso proprio». Sono solo alcune delle intercettazioni riportate nel decreto di perquisizione che ha fatto scoppiare il caso Coingas, firmato dal Pm Andrea Claudiani e nel quale si delinea chiaramente anche l’impianto complessivo dell’inchiesta.

Staderini e Cocci sono indagati per peculato a proposito della consulenza da 140 mila euro, il primo come pagatore, il secondo come istigatore: «Mere ragioni di interesse privato - chiosa il Pm - avendo in realtà i relativi contratti una finalità di copertura contabile dell’erogazione di denaro in assenza di alcuna utilità...attività manifestamente irrilevanti...e comunque incongrue rispetto ai compensi».

Perché dunque la consulenza a Cocci? Claudiani avanza una spiegazione. Il commercialista era stato cliente della filiale di Popolare Vicenza di cui Staderini era direttore e in quel periodo era stato coinvolto nell’affaire delle cosiddette azioni «baciate», pacchetti azionari rifilati a chi chiedeva mutui.

Secondo gli accertamenti della Digos, Cocci ci aveva rimesso 110 mila euro, dei quali, stando a quanto riferito da un’ex dipendente di Bpvi, voleva parlare col direttore per limitare le perdite. La consulenza da 140 mila euro sarebbe, per la procura, «un primo, evidente plausibile motivo per l’erogazione di denaro al soggetto danneggiato e così indennizzato».

C’è poi il capitolo di peculato contestato a Merelli per l’incarico allo studio legale fiorentino: «dalle indagini è emersa la riconducibilità a un’anomala ingerenza dell’assessore, per finalità del tutto estranee alla pubblica amministrazione».

A sostegno di questo scenario, il Pm riporta oltre le intercettazioni citate all’inizio, anche un altro colloquio telefonico Cocci-Staderini, col secondo che parla: «Dici...Mara (Cacioli, la dipendente indagata con Franco Scortecci per favoreggiamento e abuso d’ufficio Ndr) chiedi a Merelli dell’avvocato...Lo dici a me? Ma che sei matta?». Tutte frasi destinate a far discutere ancor di più del ciclone Coingas.