Ingorgo scuola: code e sosta selvaggia, alla campanella il traffico affonda

Via Petrarca e Porta Buia i punti più critici: ma la mappa degli snodi in tilt è infinita. Il paradosso Cadorna, i cantieri alla Stazione, i disagi dal Giotto a via Fiorentina

Il caos all'uscita delle scuole

Il caos all'uscita delle scuole

Arezzo, 23 settembre 2019 - I ragazzi possono perdersi la prima campanella, i vigili no. No, perché implacabile come il martelletto sul ginocchio, inizia la scuola e il traffico riceve una pedata. Un po’ inevitabile e un po’ no. L’inizio delle lezioni coincide con il rientro e la città al tutto esaurito fatalmente si «mangia» le strade.Ma è niente rispetto a quello che succede all’ingresso e soprattutto all’uscita dalle lezioni.

Lo snodo di via Petrarca e di Porta Buia affonda sotto i colpi di chi si piazza in un angolo e aspetta. Invia Tricca fatichi a riconoscere chi cammina e chi no, per non dire del sabato, quando il combinato disposto di scuole e mercato è un diretto al fegato della circolazione. Alla Parata i vigili «nonni» o anche volontari faticano a convincere chi passa a fermarsi per dare la precedenza ai pedoni.

Davanti alla Stazione i cantieri mai metabolizzati vedono frenate e ripartenze in pochi metri, seguite da una strettoia in via Pier della Francesca (tra lavori e uscita dal parcheggio veloce) da brividi. In via Garibaldi arriva il rimbalzo fatale di Porta Buia, lì dove si innestano i destini di troppe scuole. Alla ex Cadorna sembra impossibile riuscire a mantenere un filo d’ordine, tra chi vuole entrare al parcheggio e chi si piazza su tutti i marciapiedi possibili e anche sulla sosta disabili con la doppia freccia e l’orologio puntato sui cinque minuti di attesa del figlio.

Perfino nelle zone potenzialmente più ampie si registrano fenomeni rischiosi: come davanti all’Itis, dove le auto si insediano nella rientranza del Baldaccio, a stretto con gli autobus e con chi, sia pur pochi, volessero accedere al multipiano. E non è che fuori dal centro il panorama di colpo migliori. Alcuni esempi? In via Alfieri, tra la Severi e la Curina, l’incastro delle auto o comunque dei mezzi a motore (la fantasia dei genitori è inesauribile) crea mosaici da far impallidire quello dei record di Indicatore.

E lo stesso succede in via Masaccio, di fronte alle elementari: lì dove le auto in sosta e quelle in transito continui lascerebbero in teoria poche speranze alle fermate veloci. In teoria, perché poi la gente si ferma dappertutto e chi svolta da via Leon Battista Alberti rischia di ritrovarsi davanti le auto bloccate, come per un incidente in autostrada. La prova del fuoco? Via Rismondo, davanti alla IV Novembre.

Un parcheggino c’è, in fondo alla strada: spremuto come un’arancia rossa della conca d'oro di Palermo, uno dei pochi al mondo dove a tratti le auto riescano ad essere il doppio delle piazzole. Il resto è appeso ai passi carrabili, alle strisce, alla pazienza di chi si ritrova bloccato ed è disposto a soprassedere. Perfino in via Fratelli Lebole e in via Malpighi, a ridosso della Pier della Francesca, ci sono situazioni di pericolo, spesso lamentate dai residenti e dalla stessa scuola.

Il caso di via Petrarca è emblematico: chi arriva dal Rossellino ormai ha di fronte tre direzioni, essendo stata ripristinata la svolta a sinistra. Eppure le auro riescono a bloccarsi in mezzo alla strada, anche in barba agli spartitraffico del cantiere per la piccola rotatoria di collegamento con Porta Buia.

I vigili ci sono ma ce ne vorrebbero mille, quindi 900 più dell’organico: ma chi si ferma chiede «tempo» come nel basket, spiega che sta aspettando i figli (chi lo avrebbe mai detto?) , assicura che è una questione di pochi minuti. Non rendendosi conto che sono gli stessi minuti per tutti, quelli ai quali le auto si impiccano alla campanella della scuola.