Incidente per Mancini Proietti Muore in moto vicequestore

L’uomo è finito a terra ed è stato travolto da un furgone, dramma nell’aretino. Per anni aveva lavorato a Siena. Il cordoglio dei colleghi e delle istituzioni

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Lo hanno visto sbandare di colpo e, sbalzato di sella, scivolare sull’asfalto mentre sopraggiungeva un furgoncino che non è riuscito ad evitarlo. Forse un malore all’origine del drammatico incidente che ha strappato all’affetto dei suoi cari Mauro Mancini Proietti, 60 anni, conosciuto e apprezzato ex dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Montevarchi, capo di gabinetto della Questura di Siena e fino al 2003 dirigente del commissariato di Chiusi Chianciano Terme.

Ieri, attorno alle 14.30, in un orario di punta e con il traffico che procedeva a rilento, il vicequestore a bordo della sua Yamaha stava percorrendo via Aretina verso Levane quando, raccontano dei testimoni, ha perso il controllo della motocicletta finendo a terra sulla carreggiata. Inevitabile l’impatto con il mezzo che transitava nella direzione opposta. Istantaneo l’allarme e sul posto sono arrivati l’automedica e l’ambulanza della Misericordia di San Giustino. A lungo i sanitari hanno cercato di rianimare Mancini Proietti, ma ogni manovra si è rivelata purtroppo vana. Per i soccorsi sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e gli agenti della Municipale insieme ai Carabinieri incaricati di ricostruire i contorni del dramma. Incredulità e sgomento non appena i tanti rappresentanti dei corpi di polizia si sono resi conto dell’identità della vittima, per molti un amico. Del resto Mancini Proietti, nato a Tivoli, residente a Siena, sposato e padre di una figlia era conosciutissimo in città. Entrato in servizio dall’83 al ’91 presso l’amministrazione di Grazia e giustizia, ha poi operato per due anni come Dirigente all’Ufficio immigrazione della Questura di Siena. Poi a Poggibonsi per sei anni; dal 2009 al 2014 Dirigente dell’Ufficio Personale e tecnico logistico della Questurafino all’arrivo, nel maggio 2015 a Montevarchi, dove era rimasto per quattro anni. Innumerevoli le operazioni coordinate con successo, come quella che nel 2016 consentì ai poliziotti di scoprire una donna che aveva ceduto la propria neonata ad una coppia senza figli. Una persona eclettica con un senso del dovere e del ruolo innati e a una capacità empatica e di relazione non comuni. Straordinario il suo curriculum: due lauree, in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma e in Scienze Politiche all’Università di Siena, aveva conseguito altrettanti master e incarichi di servizio di rilievo, fino al 1991 nell’amministrazione di Grazia e Giustizia e nella questura senese. Nel 2006 era stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.

Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti della Toscana, aveva all’attivo numerose pubblicazioni. Collaborava con la Provincia di Arezzo su richiesta di Silvia Chiassai Martini. "Una notizia – ha commentato la presidente - che mi ha tolto il respiro. Negli ultimi anni si era reso disponibile ad aiutarmi curando gli aspetti giuridici e risolvendo questioni pregresse importanti. Un vero esempio di persona dedita alle Istituzioni che aveva servito una vita".