Inchiesta Coingas, Scortecci per nove ore sotto torchio della Digos

Entrato alle 9 in questura, ne esce dopo le 18. «Ho fatto tutto in piena trasparenza». Il presidente e le consulenze d’oro: «Non è roba della mia gestione»

FRANCO SCORTECCI

FRANCO SCORTECCI

Arezzo, 17 ottobre 2019 - Nove ore sotto torchio, quasi dieci. E’ entrato alle 9 in punto in questura Franco Scortecci, presidente della Coingas, accompagnato dal suo avvocato Paolo Romagnoli. Ad aspettarli c’erano i funzionari della Digos che evidentemente non hanno risparmiato le domande, incalzando Scortecci su quello che è il cuore dell’inchiesta: le consulenze per 440 mila euro, peraltro stipulate quando al vertice dell’azienda non c’era lui ma Sergio Staderini.

Dall’ufficio della Digos Scortecci è uscito che l’orologio segnava le 18,30, il traguardo di una maratona infinita, andata avanti senza pause neppure per l’ora canonica del pranzo. Il presidente di Coingas è uscito soddisfatto dall’interrogatorio, «ho collaborato senza reticenze, ho raccontato ciò che sapevo, ho illustrato le attività svolte, ho spiegato che le consulenze sono state accese sotto un’altra gestione e che io me le sono ritrovate addosso.

Ho aggiunto che mi era stato dato un compito preciso:i portare il bilancio all’approvazione, cosa che ho fatto fornendo ai soci tutti i documenti». Scortecci è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento: secondo gli inquirenti potrebbe aver avuto un ruolo di copertura anche se effettivamente non fu lui ad accendere le consulenze, ritenute incongrue, a favore del commercialista Marco Cocci e dello studio fiorentino Olivetti Rason.

La sua decisione di parlare davanti alla Digos era già trapelata anche nei giorni scorsi e Scortecci, d’altra parte, aveva sempre detto, e l’ha confermato nell’interrogatorio fiume, di non avere nulla da nascondere e di essere stato protagonista di mosse allo scoperto, alla luce del sole. Ed è questa la posizione reiterata ancora una volta: «Ho risposto alle cose che sapevo, sottolineando che avevo l’obbligo di far approvare il bilancio».

Lo stesso aveva ripetuto nelle assemblee del Coingas dopo le perquisizioni di cui è stato uno dei destinatari. Ieri ha confermato di che lui si sentiva tranquillo con il parere di congruità firmato dall’avvocato Stefano Pasquini (anche lui indagato per favoreggiamento) e con la certificazione del bilancio da parte della società di revisione Ernst and Young. Ha anche aggiunto che le consulenze, per quanto gli risulta, erano effettive.

Ha ricordato pure che sotto la sua gestione, nell’ultima assemblea, le consulenze stesse sono state cancellate. Adesso, dopo l’interrogatorio di Mara Cacioli, la contabile richiamata per sistemare la questione, e dopo la scena muta del commercialista Cocci alla Digos, a giorni dovrebbe essere il turno dell’assessore Alberto Merelli.

Gli altri indagati non perquisiti, tra cui il sindaco Ghinelli e il presidente di Estra Macrì potrebbero essere sentiti in un secondo tempo.