In vacanza a Corfù, tornano con il Covid: sono 4 diciannovenni, altri test in corso

Verifiche agli altri 7 ragazzi che facevano parte del gruppo. L'impennata: ben sei casi, da molto tempo non c’erano numeri così alti

5. Corfù, perla dello Ionio

5. Corfù, perla dello Ionio

Arezzo, 8 agosto 2020 - Erano appena tornati da una vacanza a Corfù i quattro ragazzi colpiti dal coronavirus. Abitano tutti in Valdarno, lì dove tutto è cominciato il primo marzo a scuole ancora aperte e con il lockdown solo in alcuni centri del Nord e qui un’ipotesi non scontata. Il Covid si ripresenta di colpo dunque e a quanto pare è un contagio d’importazione.

A far impennare di nuovo il bollettino delle positività riscontrate in provincia certificate nel report quotidiano della Asl sono stati i test su quattro diciannovenni, tre di Montevarchi e uno residente a Terranuova. Coetanei che facevano parte di una comitiva composta da 11 giovani. E mentre si sa che il quartetto dei positivi è «paucisintomatico», ovvero presenta sintomi lievi, per gli altri 7 sono stati disposti gli accertamenti previsti dal protocollo, a partire da isolamento domiciliare e prelievi diagnostici.

Le altre due persone con positività accertata sono una ragazza di 17 anni, contatto di un caso già noto di Foiano, e un altro valdarnese, un pensionato di 77 anni di Laterina Pergine, il Comune che 160 giorni fa, in un pomeriggio freddo e piovoso, balzò alla ribalta per il primo colpito dal coronavirus nel territorio provinciale.

Com’era avvenuto allora anche stavolta la notizia è stata rilanciata per prima dal sindaco Simona Neri che ha assicurato il pieno supporto della macchina comunale al concittadino attivando i servizi a sostegno del periodo di quarantena. «Occorre restare vigili – ha proseguito - e non allentare per nessun motivo le misure di sicurezza che ci aiutano a bloccare il contagio. La situazione in questi giorni non è particolarmente positiva».

La vallata quindi torna a fare i conti con una realtà sperimentata in altre regioni per una recrudescenza dell’epidemia legata ai viaggi, soprattutto fuori dai confini nazionali, come in questa occasione, e in Paesi nei quali il distanziamento sociale può essere un problema e la prevenzione spesso non segue le medesime modalità.

E forse è accaduto proprio questo nell’isola greca considerata dalle principali riviste specializzate la meta ideale per la movida delle nuove generazioni nella strana estate 2020. Certo è che la valle tra Chianti e Pratomagno non vorrebbe rivivere il dramma della scorsa primavera scandita dai bollettini di contagiati, addirittura 81 nelle Rsa di Bucine e Montevarchi, e da troppi morti. Ben 36 gli anziani che furono strappati all’affetto dei loro cari: 22 erano ospiti della Asp montevarchina, 14 della «Fabbri Bicoli» nel capoluogo della Valdambra.

Ma non vanno dimenticati anche i lutti che hanno colpito altre comunità, a cominciare da San Giovanni che ha pianto Graziano Gioli e Patrizia Bernacchioni, la coppia di coniugi residenti al confine con la città di Masaccio, nel comune di Figline e Incisa, ma sangiovannese doc. Si spensero a pochi giorni l’uno dall’altro all’ospedale di Prato dopo aver contratto la terribile malattia. Insomma un pregresso che non tranquillizza anche se le statistiche diffuse di recente dall’Azienda Sanitaria e relative al periodo tra il 24 febbraio e il 31 luglio attestano che nella nostra provincia hanno fatto i conti con il Covid meno di 2 abitanti (1,99) ogni 1.000. Un dato ben al di sotto della media regionale, che si è attestata sul 2,81, e di quella nazionale che sale a 4.10.