In coda agli amici cade nel burrone: medico muore in bici, trovato dopo lunghe ricerche

Emanuele Ricci aveva 55 anni e lavorava al pronto soccorso. Un salto di parecchi metri. Il dramma dei colleghi. "Siamo sconvolti, era un professionista e un uomo buono"

Emanuele Ricci

Emanuele Ricci

Arezzo, 30 maggio 2018 - 

Arezzo, 31 maggio 2018 - E’ morto dopo una rovinosa caduta dalla bici, durante una gita con i colleghi medici a Camaldoli, in Casentino. Erano circa le 10 di ieri mattina quando Emanuele Ricci, di Sansepolcro, medico del 118 dell’ospedale tiberino di vallata, stava percorrendo la provinciale 67 verso Bibbiena. Di rientro dalla pedalata di gruppo, organizzata con gli amici del San Donato, qualcosa è andato storto.

Durante la discesa ha perso il controllo della sua bicicletta ed è andato addosso ad uno dei muretti di pietra che costeggiano la strada. L’impatto lo ha come catapultato nel burrone sottostante facendolo precipitare per oltre dieci metri. Una caduta fatale: Emanuele è morto sul colpo, avendo battuto con violenza la testa.

Durante la discesa chiudeva la fila. I colleghi, abituati a vederlo in fondo al gruppo, non si sono accorti di niente ed hanno continuato il percorso di ritorno fino al centro di Partina,percorrendo altri 5 o 6 chilometri, ignari del terribile incidente accaduto all’amico. Ma una volta arrivati nella frazione, dove avevano programmato una sosta, si sono accorti che Emanuele non c’era più. Dopo aver atteso qualche istante, nella speranza che fosse solo in ritardo nella discesa, gli amici hanno chiamato i soccorsi e ripercorso tutto il tragitto senza però incontrarlo.

Sul posto i medici del 118, colleghi della vittima, i vigili del fuoco  di Bibbiena, l’elisoccorso Drago e i carabinieri di Bibbiena. Gli amici hanno ripercorso con i soccorritori tutta la strada, dall’ultimo punto in cui lo avevano visto. Solo dopo un attento controllo di tutti i burroni che costeggiano la strada, poco sotto l’Eremo, Emanuele è stato avvistato. La caduta si è arrestata in un punto particolarmente fitto di vegetazione.

Il 118 ha tentato invano di rianimarlo, il 55enne infatti era morto sul colpo a causa di un gravissimo colpo alla testa. La notizia ha scosso l’intera Valtiberina e la comunità dei medici aretini. Il medico chirurgo cinquantacinquenne era specializzato proprio nell’emergenza urgenza. Viveva a Sansepolcro e lì lavorava. Lascia la moglie e una figlia di 16 anni. Toccanti le parole di ricordo di Massimo Mandò, il direttore del 118: « Emanuele era un medico dell’emergenza che lavorava con me da molti anni, da quando è nato il sistema del 118 aretino. Una persona mite, pacata e mai sopra le righe. Sì, è facile adesso dire che era un buono, ma lo era veramente.

Un ottimo professionista che manteneva buoni rapporti con tutti. Stamani eravamo in una riunione quando è arrivata la notizia, un fulmine a ciel sereno che ci ha lasciati attoniti, con un forte senso di smarrimento. Adesso dobbiamo ripartire, ma è faticoso. Non è una perdita solo per la comunità scientifica, ma per tutti quello che avevano avuto il piacere di conoscerlo. Siamo vicinissimi ai suoi parenti e in particolare alla moglie e alla figlia».