In città un giro di squillo da dodici milioni di euro

Duecento ragazze e sessanta case di appuntamento è la stima: come è cambiata la prostituzione a domicilio. C'è chi fa la escort come secondo lavoro

Le case squillo

Le case squillo

Arezzo, 11 gennaio 2019 - In strada solo una piccola parte, in casa un battaglione invisibile che fattura milioni nonostante i tempi di crisi. Vale un dato per tutti: in città sono state censite dalle forze dell’ordine una sessantina di case di appuntamento, a macchia di leopardo, spalmate fra centro e periferia. Non cè ad Arezzo un quartiere a luci rosse, ma l’appartamento squillo può essere dietro ogni angolo.

Con un salto di qualità rispetto al passato: una volta polizia e carabinieri irrompevano in ambienti squallidi e privi delle più elementari norme igieniche. Oggi, invece, le ragazze lavorano fra mura accoglienti, in stanze dignitose e pulite. Offrono servizi al cliente, «vuole un caffè? Prego si accomodi». Il giro è vorticoso al punto da rendere difficile quantificare il fenomeno. La statistica dice che in un appartamento operano tre o quattro giovani donne che moltiplicato per sessanta fa circa duecento che ogni giorno esercitano in città.

Ma dal calcolo sfuggono le case squillo non censite, quelle che ancora sfuggono ai radar. Quanto ai guadagni, basta fare due conti: una stima minima indica in duecentomila euro all’anno l’incasso medio di ogni singola abitazione, come dire dodici milioni di euro distribuiti dagli aretini nel sesso a pagamento. Ooltretutto i reati quasi non esistono. E quando si decide di intervenire a colpo sicuro, al massimo si arriva a sanzioni di tipo amministrativo anche se può succedere che una ragazza sia trovata sprovvista di un regolare permesso di soggiorno.

Nella migliore delle ipotesi, l’investigatore può contestare lo sfruttamento della prostituzione ma nella stragrande maggioranza dei casi, lo sfruttamento vero e proprio non cè. Chi esercita è di solito del tutto cosciente di ciò che fa. Capita pure che si prostituisca come secondo lavoro, dopo aver concluso la giornata lavorativa (spesso da badante). Il fenomeno delle case del sesso è in continua ascesa e pure il dato delle sessanta case è quantomai ballerino. Anche perché, più cacci le lucciole dalla strada e più aumentano gli appartamenti a luci rosse.

Perfino le ordinanze del sindaco, quella in cui incappano prostitute e clienti, rappresentano un ulteriore elemento di crescita. Tolgono sì dal marciapiede qualche decina di ragazze, ma spingendole a vendere sesso al sicuro di un ambiente chiuso. Dove, tra laltro, sono perfino calati i prezzi come dimostrano i tariffari stracciati delle escort che operano in città ma anche nei paesi vicini.