Il Polifonico canta ucraino e scopre la Fortezza

Un coro da Kiev, sia nel concorso che per una serata straordinaria. Il festival popolare sul tetto della città. Nessun gruppo dalla Russia

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di Claudio SantorI

Stanno freneticamente risolvendo varie difficoltà comprensibilmente insorte nel rilascio dei visti, ma saranno sicuramente presenti ad Arezzo dove si esibiranno nell’ambito del Polifonico: parliamo dei coristi del "Chamber Choir Sophia" di Kiev. Ne ha dato l’annuncio, non senza commozione nella conferenza stampa di ieri, il Direttore Artistico Luigi Marzola, sottolineando l’importanza di questo legame artistico fra la città di Guido e l’Ucraina in questo momento di grande tensione.

Con questa edizione 2022 la kermesse musicale aretina celebra il suo settantesimo compleanno e torna -come ha sottolineato il sindaco Ghinelli in apertura da remoto- alla situazione pre Covid, con la novità dell’utilizzo della Fortezza per il Festival di Canto Popolare.

"Il Polifonico -ha rammentato Marzola- non è solo un concorso corale e costituisce un grande evento di cultura".

Saranno presenti infatti tutti gli "ingredienti" che lo hanno mantenuto di decennio in decennio in una posizione di assoluto prestigio internazionale: il "quadro", ossia il concorso vero e proprio che si svolgerà in tre giorni, da giovedì 25 a sabato 27 e le manifestazioni collaterali che fanno da “cornice”.

La competizione si annuncia del massimo interesse dal momento che sono iscritti tredici cori, metà dei quali stranieri (provenienti da Israele, Polonia, Svezia, Indonesia, Spagna, Ucraina ed Estonia) ma nessuno dalla Russia e metà nostrani, fra i quali salutiamo con piacere il Coro Giovanile Effetti Sonori di Foiano della Chiana (non è cosa da poco per un coro della provincia affrontare la fase nazionale del concorso!).

Particolarmente ricca è la “cornice” che prevede tre concerti: in apertura, mercoledì 24 alle 21 in San Domenico, il coro ucraino di Kiev; giovedì 25, alle 21 in Badia, il concerto inaugurale con l’Ensemble Odechaton, una delle eccellenze assolute della coralità internazionale; il concerto di chiusura sabato 27, sempre alle 21 in San Domenico, con il Coro Giovanile Italiano.

Sono previsti inoltre i consueti cori in varie località della provincia e i concerti della masterclass della Scuola Superiore di Coro. Ci sono poi due importanti convegni: uno sul teorico e compositore Franchino Gaffurio e l’altro sul Cecilianesimo, ossia sul movimento che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, riformò la musica sacra nell’ambito della chiesa cattolica, spazzando via l’uso liturgico delle musiche operistiche e riproponendo il Gregoriano e la polifonia.

Ma quest’anno ricorrono anche i 60 anni della fondazione dei Beatles (il complesso a dire il vero nacque nel 1960, ma solo nel 1962 con l’ingresso di Ringo Starr i quattro divennero i FabFour!): la Fondazione ha voluto rendere unico il VII Festival di Canto Popolare commissionando una trascrizione ad hoc per strumenti e coro delle canzoni più celebri. Appuntamento magico e imperdibile venerdì 26 alle 21 in Fortezza.