Il patto a tavola del centrodestra: no a Mugnai

I leader si ritrovano in un ristorante del centro per rinsaldare la squadra in vista delle candidature. Sbarrata la strada al parlamentare uscente

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di Federico D’Ascoli

Assomiglia al celebre patto della crostata che nel 1997 sancì l’accordo informale sulle riforme costituzionali in senso maggioritario siglato fra D’Alema, Marini, Fini e Berlusconi a casa di Gianni Letta di fronte al dolce di pasta frolla e marmellata.

I vertici del centrodestra che si sono attovagliati ieri a pranzo all’Antica Fonte di via Porta Buia sperano che vada decisamente meglio rispetto a 25 anni fa quando il tentativo di salvare la Bicamerale naufragò miseramente. Forse per scaramanzia nessuno ha preso la crostata, "anzi, nessuno ha mangiato il dessert", rivela sorridendo uno dei commensali. Sui temi della chiacchierata in una tavola in cui sono scorse bollicine di Franciacorta ci sono pochi misteri.

Pizzicati dalle telecamere di Teletruria (nella foto un fermo immagine) all’uscita dal locale erano presenti Lucia Tanti che è il riferimento di Toti nel comparto centrista della coalizione, Matteo Grassi, segretario provinciale della Lega, in collegamento dall’Elba Bernardo Mennini, numero uno di Forza Italia e poi un nutrito (in ogni senso) manipolo di maggiorenti di Fratelli d’Italia. Il candidato espresso dalla federazione provinciale Francesco Macrì, il segretario provinciale Francesco Lucacci, il vice presidente della Provincia Nicola Carini e il consigliere regionale Gabriele Veneri che ha pagato il conto per tutti.

L’evidente sproporzione a favore di Fdi nel locale a due passi dall’ex caserma Cadorna potrebbe far pensare a una sorta di incoronazione anticipata di Macrì, reduce dal bagno di folla per Giorgia Meloni alla Versiliana.

In realtà il vertice dell’Antica Fonte è servito soprattutto a compattare la compagine del centrodestra sul no alla candidatura del deputato uscente Stefano Mugnai nel collegio uninominale aretino.

I rapporti gelidi con gran parte dei vertici provinciali dell’ex segretario regionale azzurro erano noti: il pranzo è servito a rendere plastico il rifiuto condiviso per l’eventuale candidatura di Mugnai (ora con Vinciamo Italia) che però può vantare ottimi rapporti personali con Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fdi ed elemento centrale delle scelte di coalizione che riguardano la Toscana. Mugnai si candidi pure, ma non qui: è questa la sintesi estrema di quanto condiviso dai partecipanti al pranzo.

Sul nome aretino per la Camera invece nessuno ha voluto cedere il passo: saranno le dinamiche nazionali e regionali a designare il candidato unico del centrodestra.

Il collegio è particolarmente in bilico: difficile se non impossibile pensare che le segreterie nazionali dirottino qualche candidato da fuori in cerca di un facile passaporto per Montecitorio. Per questo sarà quasi certamente uno dei presenti al tavolo (anche in videoconferenza) a giocarsi la candidatura entro il prossimo 22 agosto.