Il diario del contagio: troppa gente a spasso, uno scappa dalla quarantena

La fuga bloccata dalla Municipale. Più traffico e più file per la spesa: webcam introvabili come le mascherine . Servono per le chiamate via Skype: segno dei tempi

I controlli della municipale

AREZZO COVID-19 CORONAVIRUS CITTA' VUOTA

Arezzo, 3 aprile 2020 - Mamma mia, ma quanti siamo in giro nella prima, timida giornata di una primavera mai così capricciosa, mai tanto gelida. Intendiamoci: in tempi normali è il movimento di una domenica mattina alle sette, quando ancora mezza città si crogiola sotto le lenzuola, ma rispetto a un volto urbano spettrale e fantasmatico cui ci eravamo abituati ai tempi del virus, l’idea è quello di un improvviso, improvvido, sbagliato, prematuro risveglio.

Forse ha illuso qualche titolo in tv (ma la stampa racconta i bollettini quotidiani), forse è stata male interpretatato il via libera che il governo (salvo rimangiarselo quasi subito) aveva dato almeno alla passeggiata col figlio (un genitore solo).

Fatto sta che, sia pure rispettando le distanze e con le mascherine che ormai sono il nostro indispensabile accessorio quotidiano (quando si trovano, ma tutti più o meno si sono arrangiati) c’è più traffico per le strade, in particolare sui grandi viali intorno alla cinta muraria, c’è più movimento al semaforo dei Bastioni, ci sono più auto lungo la tangenziale, ci sono persino più code davanti ai supermercati.

Alla Coop Setteponti, alle cinque di sera, ci sono almeno cinquanta persone in fila armate di carrello, all’Esselunga un po’ meno ma ci siamo capiti. O meglio: non ci siamo capiti. Perchè questa ora d’aria, per dirla in gergo carcerario, è un po’ troppo affollata rispetto alla quarantena che ci siamo autoimposti (nel senso morale) prima ancora che ce la imponessero le varie autorità, dal governo al sindaco che ha ragione nel dire come stiamo rischiando di rovinare tutto per eccesso di fretta, frenesia di ritrovare un pizzico di normalità.

Proprio adesso che i numeri (nazionali ma anche locali, che in verità mai sono stati davvero drammatici, tranne che nelle Rsa, sembrano far intravvedere una fiammella nel mezzo del tunnel, sarebbe da incoscienti rovinare tutto, rischiare di riaccendere una seconda ondata di contagio, per non avere la pazienza di aspettare ancora.

Ricordiamoci sempre che per un punto Martin perse la cappa, In questa vivacità improvvisa fa notizia anche il caso, raccontato da Ghinelli nell’ormai classico «Radio Londra» del pomeriggio, del quarantenato che si fa sorprendere fuori di casa dalla polizia municipale. Roba da pazzi. Non vogliamo parlare di untori perchè c’è sempre la manzoniana Storia della colonna infame a trattenerci, ma se non è un comportamento irresponsabile questo, è difficile trovarne.

Il tran tran quotidiano è fatto delle solite cose. Le webcam, ad esempio, sono diventate più introvabili delle mascherine. Sono quelle che si adoperano per le videoconferenze del telelavoro o per le chiamate Skype con gli amici e i parenti altrimenti invisibili.

Dice molto del segno dei tempi. Continua anche la caccia impossibile alla connessione col sito dell’Inps per i 600 euro destinati agli autonomi. Una nota commerciante del centro dice di essere riuscita a collegarsi finalmente alle due di notte, quando erano tutti a dormire.

Però il marito sta ancora cercando di entrare con la sua password. Lei prevede che sarà difficile ripartire (col negozio, s’intende). E’ un altro sintomo del «dopo» drammatico che ci aspetta.