Il Covid "trasforma" un night club

Da locale "hot" a "Capannina" della Valdichiana. Il Caesar adesso punta tutto sulla musica per ripartire

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di Lucia Bigozzi

Da night club "hot" a "Capannina" della Valdichiana. La nuova vita di uno dei locali storici della vallata ricomincia dall’impresa di Andrea Tiezzi che di mestiere fa il meccanico ma ha il pallino per la musica live e il canto. Un "tarlo" buono che nel 2013 lo ha spinto a fare un investimento, senza tuttavia un progetto preciso su quel night club molto frequentato a livello provinciale, su cui aleggiava la nomea di luogo per incontri facili. E’ il Caesar, a Cesa frazione nel comune di Marciano, ma la sua vera storia nasce alla fine degli anni Settanta quando un gruppo di intraprendenti professionisti di Foiano della Chiana trasformano un edificio adibito a deposito per mangimi, in punto di riferimento per cerimonie e serate all’insegna della musica dal vivo in un ambiente elegante. La novità funziona ma dura tre anni e nel 1981 il locale viene rilevato da un imprenditore del Nord che lo trasforma in night club e così resterà a lungo, tra alterne vicende. Nel 2013 Tiezzi lo rileva e lo affida in gestione; il locale mantiene lo stesso profilo "hot" e identico target di clientela.

Cinque anni dopo si interrompe il rapporto con i gestori e Tiezzi avvia un intervento di ristrutturazione che nel 2018 va in fumo nell’incendio che distrugge l’edificio. "Non mi sono arreso, sentivo che in quel luogo avrei potuto realizzare il mio sogno: un locale per valorizzare il talento di musicisti locali in questa fase penalizzati sul lavoro e offrire al pubblico performances live in un ambiente rilassante dove si può conversare ma anche cantare, interagendo con gli artisti", spiega Andrea che con pazienza e passione ricostruisce in meno di un anno l’edificio.

Il "tocco" del nuovo corso sta nella decisione di mantenere lo stesso nome del locale ma di aggiungere nell’insegna il profilo dell’Araba Fenice: "Il Caesar ha avuto tante vite; l’incendio lo ha distrutto ma tutto è rinato, come l’uccello mitologico che risorge dalle proprie ceneri". L’ispirazione che guida il progetto è realizzare una sorta di "Capannina" della Valdichiana con artisti rigorosamente live e un’atmosfera che strizza l’occhio agli anni ’80-’90 riletti in chiave attuale, con un target di clientela tra i 25 e i 60 anni. Il nuovo Caesar ha avuto solo pochi mesi di attività perché l’8 marzo 2020 "è stata annullata la serata per la festa della donna a causa della pandemia". Ora si guarda avanti e l’obiettivo è ripartire. Due i punti di forza su cui fare la differenza. Il primo: la qualità della musica. Il progetto è affidato alla band di Pupo, la Ballantine Band, un gruppo affiatato di artisti foianesi e aretini che da oltre vent’anni seguono lo showman in giro per il mondo.

"L’idea è un ritorno alla socialità e per farlo abbiamo pensato a un coinvolgimento musicale del pubblico su canzoni semplici ma popolari, in un’atmosfera familiare dove le persone possono parlare senza i decibel della discoteca, mentre sorseggiano un drink", spiega Roberto Tiezzi, storico bassista di Pupo. Il secondo: la cura nel dettaglio e negli arredi che richiamano lo stile di un teatro dove domina un unico colore: il rosso. "L’ho scelto perché è il simbolo della rinascita, di cui tutti abbiamo bisogno", dice Andrea mentre riapre le porte del Caesar e prepara la nuova stagione.