Il comune esce dalla rete anti discriminazioni, "al momento non è una priorità"

Decisione con delibera di fine agosto. Fuori dalla rete Ready alla quale aveva aderito la precedente amministrazione e che prevedeva azioni contro le discriminazioni sessuali e di genere

Il sindaco Ghinelli

Il sindaco Ghinelli

E’ SEMPRE più pingue la lista dei dietro front rispetto al passato messi in atto dalla giunta di centrodestra. C’è tutto il capitolo riguardante le opere pubbliche dal polo digitale, passando per via Guido Monaco. Ci sono tutte le azioni intraprese per il settore sociale a partire dalla nuova gerarchia dei bisognosi stilata dall’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti, ma anche l’intenzione di invertire la tendenza dell’affidamento al privato sociale delle scuole per l’infanzia. Alla lista oggi si aggiunge con delibera di giunta l’uscita da Re.a.dy (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere). Rete alla quale aveva aderito la precedente amministrazione e che aveva come obiettivi: «Individuare, mettere a confronto e diffondere politiche d’inclusione sociale per lesbiche, gay, bisessuali e transgender e la realizzazione di attività rivolte alla promozione ed al riconoscimento dei diritti delle persone Lgtb». Dalla rete oggi il comune di Arezzo si chiama fuori, nonostante «l’amministrazione – si legge nella delibera – intenda sottolineare di essere contraria e di condannare qualsiasi tipo di discriminazione per orientamento sessuale e di genere». Da quanto emerge nell’atto, gli obiettivi e gli interventi previsti dall’adesione alla Rete, mediante la sottoscrizione della Carta di Intenti sono «da valutare dopo la definizione delle linee del mandato amministrativo attualmente non ancora approvate dal consiglio comunale e della individuazione delle priorità dell’amministrazione anche in ordine alle attività prioritarie per gli uffici». Secondo la giunta, la sospensione dell’adesione alla rete è giustificata dal fatto che al momento «non è ritenuta prioritaria anche sulla base del programma elettorale di questa amministrazione». La sottoscrizione da parte delle precedente amministrazione alla carta d’intenti prevedeva azioni per «stabilire un confronto con le Associazioni Lgbt locali, favorire l’emersione dei bisogni della popolazione Lgbt e operare affinché questi siano presi in considerazione anche nella pianificazione strategica degli enti». DiDi